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Consumi, Sangalli, ridare fiducia con taglio tasse e incentivi

Il presidente di Confcommercio lancia appello al governo a fronte di una stima di crescita del Pil dello 0,8% e dei consumi sul territorio dell’1,2% nel 2025

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli
Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli
15 aprile 2025 | 12.14
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"Le previsioni tendenziali di crescita appena lo 0,6% per il 2025 e uno 0,8% per i due anni successivi ci ricordano quanto sia necessario dare impulso a riforme e investimenti, per rafforzare il potenziale di sviluppo e migliorare la tenuta dei conti pubblici. Ma per farlo, è imprescindibile razionalizzare la spesa pubblica, far emergere nuova base imponibile e rendere strutturali quegli incentivi che stimolano occupazione e produttività, come la deduzione rafforzata del costo del lavoro e la cosiddetta Ires premiale". Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, alla guida della confederazione che quest’anno festeggia gli 80 anni di vita.

Ma in un contesto economico già fragile, aggravato dalla minaccia dei dazi americani "la fiducia è l’ingrediente fondamentale per far ripartire i consumi e innalzare la propensione all’investimento. Servono, con urgenza, negoziazione, dialogo, compensazioni, per scongiurare il rischio di compromettere le prospettive di crescita" sostiene Sangalli in conferenza stampa, in apertura del 24esimo Forum Confcommercio-Ambrosetti a Roma. "Stimiamo per il 2025 una crescita del Pil allo 0,8% e dei consumi sul territorio dell’1,2% e analoghe variazioni per l’anno prossimo" sostiene il presidente di Confcommercio.

"L’attuale debolezza della domanda interna è un problema per la crescita della nostra economia. I consumi, anche alla fine del prossimo anno, non saranno tornati ai livelli del 2007, cioè di venti anni prima" osserva Sangalli commentando l’indagine sui consumi dell’Ufficio studi di Confcommercio. E quindi, secondo il presidente, "bisogna rimettere al centro dell’agenda di Governo la riduzione delle imposte per il ceto produttivo. E bisogna farlo adesso". "In questo senso, - conclude Sangalli - il Documento di finanza pubblica varato dal Governo rappresenta un passaggio cruciale".

Del resto il clima di incertezza è salito a causa anche del contesto globale per i dazi americani. "La parziale marcia indietro dell’amministrazione americana è una buona notizia, - osserva Sangalli - implica che abbiamo una controparte che ascolta imprese e mercati. Ma le ampie oscillazioni negli indirizzi di politica economica non sono prive di conseguenze. Nella prima parte dell’anno l’economia europea ne ha risentito e l’incertezza è rapidamente cresciuta".

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