
L'economista commenta le previsioni economiche di primavera dell’Ue. La Germania, spiega, "è sull'orlo della recessione".
“Il taglio della stima di crescita dell’Unione europea era abbastanza scontato, in particolare perché l’aumento di incertezza che è stato introdotto dall’amministrazione Trump a causa dei dazi non è reversibile nel breve termine”. Lo ha detto all’Adnkronos Marcello Messori, economista dell’Istituto universitario europeo, commentando le previsioni di primavera della Commissione Europea che ha tagliato le stime di crescita del Pil per l'area euro e l'Ue rispetto alle previsioni di autunno, che risalgono al novembre scorso, quindi prima dell'insediamento di Donald Trump. Per il 2025 Bruxelles punta a una pil nell'area dell'euro che dovrebbe salire dello 0,5% e dell'1,4% nel 2026 contro rispettivamente +1,3% e +1,6% previsto in a novembre scorso. “Le decisioni di Trump - prosegue Messori - non solo hanno aggiunto incertezza nel sistema economico ma disincentivano comportamenti da parte di attori economici di medio e lungo periodo, ad esempio deprimendo gli investimenti, e questo genera effetti negativi”.
In particolare sulla situazione dell’Italia Messori ha evidenziato come "ha avuto una reazione alla pandemia più solida di quanto non ci si potesse aspettare, anche dovuto al fatto che era uno dei paesi che aveva più sofferto dell’impatto pandemico ma si sperava che con il Pnrr si potesse consolidare una maggiore reattività e si intraprendesse un sentiero di crescita ma questo non sta avvenendo, siamo di nuovo in stagnazione”. La Commissione Europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell'economia italiana, rispetto al novembre scorso, quando Donald Trump non si era ancora insediato alla Casa Bianca. La Dg Ecfin prevede oggi che la crescita del Pil reale rimarrà stabile allo 0,7% nel 2025, 0,3 punti percentuali in meno di quanto previsto sei mesi fa, per salire allo 0,9% nel 2026.
Sulla crescita zero della Germania l'economista ha sottolineato che “le previsioni per l’anno in corso non sono positive, il paese è sull’orlo della recessione. Tuttavia, è uno dei pochi paesi che sembra aderire alle iniziative di rilancio europeo. Modificare il ‘nero di bilancio’ e aver varato un piano per le infrastrutture su un arco decennale mostrano che la Germania sta cercando di reagire”.
Con uno sguardo più ampio all’Eurozona, Messori ha espresso preoccupazione circa la distanza dalle nuove frontiere tecnologiche, avvertendo che “se non c’è una reazione, modificando il modello produttivo dell’Ue, si rimarrà intrappolati”, chiarendo che “l’Italia non da segnali di uscita ma se si è un po’ ottimisti si può pensare che la Germania si stia avviando in questa direzione”.
Messori è intervenuto infine sulla difesa dichiarando che è necessario irrobustirla perché "è una condizione necessaria per assicurarsi un sentiero di crescita. Prima non avevamo questa priorità perché eravamo coperti dall’ombrello statunitense ma nel momento in cui c’è una minaccia credibile che questo ombrello non si riafferma è pressoché inevitabile che ci dobbiamo occupare autonomamente della difesa”. “La soluzione - ha aggiunto - è aumentare il peso della difesa a livello europeo, per ora c’è solo un programma che parzialmente va in questa direzione. L’ iniziativa è molto più legata alle singole nazioni e questo non è un fatto positivo”.