
Marcello Grimaldi, presidente di Unirec, all'Adnkronos: "Le tensioni macroeconomiche e geopolitiche suggeriscono cautela nelle previsioni"
Boom di crediti deteriorati. Senza una strategia economica chiara e condivisa né in Europa né negli Stati Uniti, la minaccia rischia di essere concreta. Perché, come ha detto il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli: "Le banche non hanno poteri magici. Con questi tassi bassi, prestare è un’attività ad alto rischio". La ragione è semplice: con la prospettiva di una riduzione dei tassi e un possibile rallentamento economico — anche a causa delle tensioni legate ai dazi — i crediti deteriorati potrebbero tornare a crescere. Questi ultimi tendono infatti a seguire il ciclo economico con un certo ritardo.
Durante le fasi di espansione, la qualità del credito generalmente migliora, riducendo il fabbisogno di accantonamenti. Ma in presenza di un rallentamento o di una recessione, l’aggravarsi della qualità del credito può determinare un aumento significativo delle sofferenze, e spinge le banche a incrementare le riserve fino a comprimere la redditività.
Michele Calcaterra, economista della Bocconi, spiega all'Adnkronos: "Poiché il costo del debito si è leggermente ridotto, la presenza di numerosi crediti deteriorati, tende ad allargare lo spread tra i rendimenti. Questo aumento dello spread rende più interessante la possibilità di cercare questo tipo di investimento, impacchettarlo e poi redistribuirlo al retail. La convenienza può aumentare, ma può comportare anche un certo rischio per il mercato".
Marcello Grimaldi, presidente di Unirec, conferma all'Adnkronos i rischi paventati da Patuelli sui Npl: "Il XV Rapporto annuale Unirec sui dati di settore conferma la tendenza, con la riduzione di un punto percentuale degli importi recuperati sui crediti bancari e finanziari – sia pur a fronte di un generale miglioramento delle performance, trainato principalmente dal settore utility". Per quanto attiene al futuro, spiega Grimaldi, "le tensioni macroeconomiche e geopolitiche suggeriscono cautela nelle previsioni, con un trend che potrebbe essere influenzato dalle decisioni politiche che verranno assunte nei prossimi mesi".
Le iniziative che possono essere messe in campo per ridurre il rischio di un nuovo boom di crediti deteriorati, dice Grimaldi, sono "la prevenzione intesa come sensibilizzazione verso le tematiche dell'indebitamento, sia sul fronte dell'erogazione che su quello della gestione operata dalle Associate Unirec. In questa ottica - prosegue - gioca un ruolo essenziale la promozione dell'educazione finanziaria". A Grimaldi preme sottolineare "come gli operatori del settore agiscano di fatto come consulenti, in grado di supportare il consumatore, sin dalle prime fasi di gestione del credito, indirizzandolo verso una gestione consapevole delle proprie risorse e obbligazioni pecuniarie".
Non va neanche sottovalutato il risiko, utile non solo al nostro sistema finanziario per l'economie di scala e per dargli maggiore forza nella competizione sullo scenario internazionale, in termini di volumi e capitalizzazione. Secondo Calcaterra "i fenomeni di aggregazione bancaria potrebbero aiutare a gestire il fenomeno dei crediti deteriorati". E' una questione di Tier, spiega l'economista, "sostanzialmente di capitali di sicurezza, di riserve di bilancio: il fatto che ci siano patrimoni che si aggregano e che di conseguenza diluiscano un pochino quella componente di credito deteriorato può essere una opportunità". (di Andrea Persili)