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Generali, il risiko tra Mediobanca, Banca Generali e i sogni (ma forse no) di Intesa

Generali, il risiko tra Mediobanca, Banca Generali e i sogni (ma forse no) di Intesa
30 aprile 2025 | 15.28
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Lo scenario che si sta disegnando attorno a Generali ha tutti i tratti del grande risiko finanziario italiano. Mediobanca ha ufficialmente messo sul tavolo una proposta che ha fatto rumore: offrire ai soci di Banca Generali uno scambio tra le loro azioni e una quota delle Assicurazioni Generali. Non una partecipazione qualunque, ma quel 13% storico detenuto proprio da Piazzetta Cuccia nel Leone di Trieste. In caso di successo dell’operazione, questo pacchetto verrebbe quindi “disperso” tra i nuovi azionisti, con un potenziale rimescolamento degli equilibri di governance.

Ma come si attuerebbe concretamente il passaggio?

Secondo l’economista della Bocconi, Michele Calcaterra, parte del disallineamento "potrebbe essere riassorbita dagli altri soci di riferimento di Generali, esclusa naturalmente Mediobanca stessa". In altre parole, un’operazione complessa e delicata, che avrà bisogno di essere sostenuta da una narrazione industriale solida, soprattutto in sede di consiglio d’amministrazione, recentemente rinnovato su proposta proprio di Mediobanca.

E qui si apre un nuovo fronte: il Cda è davvero nella posizione giusta per valutare serenamente operazioni che toccano direttamente l’azionista che lo ha proposto?

“Non si può parlare di conflitto d’interessi in senso stretto”, spiega ancora Calcaterra, “ma di certo emerge una questione di opportunità e coerenza nella governance. Il Cda dovrà motivare in modo trasparente ogni passo, spiegando la logica industriale che guida le scelte”.

Sul fronte esterno, il fermento si fa sentire. Si moltiplicano le speculazioni, anche perché gli asset in gioco sono strategici. Intesa Sanpaolo, pur avendo ribadito la propria volontà di restare indipendente, è tornata sotto i riflettori dopo il rinnovo del suo CdA. Il mercato si chiede se, alla luce della partita aperta da Mediobanca, il colosso bancario guidato da Carlo Messina possa nutrire un interesse, almeno di tipo finanziario, per Generali.

Una possibilità remota, ma non del tutto infondata.

“La riconferma del CdA di Intesa è stata nel segno della continuità”, sottolinea Calcaterra, “e un'operazione su Generali non è nei piani strategici. Tuttavia, Intesa avrebbe la forza patrimoniale per agire, specie considerando la sua minore esposizione al rischio rispetto a Unicredit. Il vero ostacolo, però, resta culturale: l’istituto ha sempre puntato su trasparenza e gradualismo”.

Eppure, nel sottobosco finanziario si fa largo un’idea suggestiva: Intesa – che già detiene circa il 20% del mercato bancario italiano e viaggia vicina ai limiti Antitrust – potrebbe nutrire un “sogno segreto”: proprio Generali. Non per un’azione immediata, ma come asset strategico di lungo termine. E la mossa di Mediobanca, paradossalmente, potrebbe riaprire varchi che si pensavano chiusi. (di Andrea Persili)

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