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Mediobanca, dai dazi al "benvenuto" del governo su Banca Generali: Nagel a tutto campo

L'Ad: "Stiamo presentando l’operazione" su Banca Generali "a tutti gli stakeholder fondamentali, e naturalmente il governo è tra i più importanti"

Mediobanca, dai dazi al
21 maggio 2025 | 12.49
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L’idea di creare un vero “campione nazionale” nel settore del wealth management attraverso l’operazione Mediobanca-Banca Generali "crediamo che sia stata accolta positivamente dall’esecutivo e che sia uno dei punti chiave che guida anche l’applicazione del golden power". Ma anche l'operazione su Mps, i dazi e le opportunità del settore difesa. E' un'intervista a 360 gradi quella rilasciata dall’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, questa mattina su Cnbc. "Stiamo presentando l’operazione a tutti gli stakeholder fondamentali, e naturalmente il governo è tra i più importanti", spiega Nagel. "Crediamo che l’idea di creare un leader italiano nel wealth management sia non solo positiva per Mediobanca e Banca Generali, ma anche per l’intero sistema Paese", evidenzia.

Secondo Nagel, Banca Generali rappresenta il tassello ideale per rafforzare il posizionamento di Mediobanca nel risparmio gestito, un business che necessita di scala e crescita per competere a livello internazionale. "Abbiamo un solido brand, un buon posizionamento sia nel wealth management che nell’investment banking, e vogliamo combinare queste competenze per servire al meglio il tessuto imprenditoriale italiano, fatto di medie imprese e imprenditori brillanti".

Fronte Mps

Sul fronte dell’operazione Monte Paschi, Nagel evidenzia la differenza strategica per gli azionisti: «Si troveranno davanti a un bivio: scegliere tra una banca focalizzata sul wealth management, capace di generare ricavi più sostenibili, e una banca commerciale che affronta venti contrari come il calo dei tassi di interesse». Mediobanca punta infatti a crescere nel wealth management, mentre secondo Nagel l’acquisizione proposta da Mps rappresenta un consolidamento che porta più dis-sinergie che vantaggi.

Mediobanca in Assicurazioni Generali

Riguardo alla partecipazione di Mediobanca in Assicurazioni Generali, Nagel ricorda come molte grandi banche europee stiano aumentando gli investimenti nel settore assicurativo, ma che il futuro di Mediobanca è orientato a diventare un leader puro nel wealth management, anche attraverso una ricollocazione della partecipazione in Generali. "Tutte le grandi banche europee stanno investendo sempre di più nel settore assicurativo. Il cosiddetto modello di bancassicurazione, anche a seguito di recenti evoluzioni normative, è oggi molto ricercato da tutti i gruppi bancari", sottolinea.

"La nostra risposta è stata ed è tuttora quella di sviluppare in parallelo le altre divisioni di business", sottolinea. "Ora stiamo proponendo un’operazione importante, volta a creare un leader nel wealth management, ricollocando anche la partecipazione in Generali, in modo che al termine di questo processo Mediobanca non detenga più una partecipazione minoritaria nel settore assicurativo, ma emerga come leader puro nel risparmio gestito", afferma.

E quei dazi...

Sul piano macroeconomico, Nagel si mostra prudente ma fiducioso: "L’Italia subirà un rallentamento a causa della guerra dei dazi, ma il tessuto produttivo, fatto di medie imprese, è molto reattivo e sarà in grado di superare la fase".

Spuntano opportunità nel settore Difesa?

Nagel sottolinea una concreta opportunità nel settore della difesa, a patto che vi sia un progetto comune europeo e investimenti congiunti, per evitare la frammentazione e raggiungere una massa critica adeguata. "Crediamo che ci sia una vera opportunità nel settore della difesa, ma deve diventare concreta. Perchè dico questo? Se pensiamo ad esempio al ruolo che l’automotive ha storicamente avuto nell’economia europea, e al fatto che questo ruolo potrebbe ridursi con la transizione all’elettrico, riteniamo che il settore della difesa possa assumere un’importanza analoga", sottolinea. "Ma serve un vero progetto europeo, con una difesa comune e investimenti congiunti, e non una frammentazione o “balcanizzazione” di progetti, con aziende troppo piccole per raggiungere una massa critica, come è accaduto in passato", sottolinea. "L’opportunità è reale, ma servono ulteriori passi concreti per renderla tale", conclude.

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