
Roma, 26/06/2025 - Concorrenza in Italia: la montagna ha partorito un topolino. È il parere della Lapet sul disegno di legge per il mercato e la concorrenza approvato il 4 giugno scorso dal consiglio dei ministri. L’associazione pertanto spinge affinchè si avvii una reale riforma della concorrenza. A tal fine, “sarebbe auspicabile che i lavori parlamentari relativi al citato disegno di legge inizino al più presto e, soprattutto, che il provvedimento accolga tutte quelle misure che possano concretamente incentivare la concorrenza, così come da sempre continuiamo a suggerire. - ha aggiunto il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone - Questo testo, così come quello delle leggi precedenti, rifugge da ogni reale ambizione riformatrice. Il provvedimento infatti si limita a una serie di interventi tecnici e frammentati, ben lontani da ciò che il termine “concorrenza” dovrebbe evocare: liberazione di energie economiche; rottura delle rendite di posizione; riforma dell’accesso alle professioni; tutela dei consumatori e dei giovani lavoratori”. Secondo i tributaristi dunque le ultime leggi sulla concorrenza hanno mancato l’appuntamento con la storia. E, la prova più chiara di questa mancanza, è l’assenza di una vera applicazione della Direttiva (UE) 2018/958, che obbliga gli Stati membri a effettuare un test di proporzionalità prima di introdurre nuove regolazioni delle professioni. Pur essendo stata formalmente recepita nel 2020 con il D.Lgs. n. 142, in Italia la direttiva resta lettera morta: non viene applicata in modo sistematico, non informa le scelte legislative, non serve a rimuovere gli ostacoli all’ingresso nelle attività economiche e professionali. “Così facendo, il legislatore abdica al suo compito di riformare nell’interesse generale, e consolida un sistema dove la concorrenza è invocata solo nei comunicati stampa, ma non nelle norme reali. In un contesto economico e sociale segnato da diseguaglianze crescenti e da forti pressioni competitive internazionali, la concorrenza non è una minaccia, ma una leva di equità. - chiarisce Falcone - E invece, il legislatore, chiamato a partorire una riforma sistemica, ha prodotto, per l’ennesima volta, un topolino normativo”. In definitiva, per l’associazione l’assenza di un’effettiva applicazione del test di proporzionalità rende ogni discorso sulla concorrenza semplicemente inutile. Come si può parlare di “riforme coraggiose”, quando non si è disposti nemmeno a valutare razionalmente l’impatto delle norme corporative sull’economia reale? La Lapet insiste: serve un cambio di passo, scelte precise, non semplici aggiustamenti. “Siamo ancora una volta pronti e disponibili a dare tutto il nostro contributo in termini di esperienza e professionalità” ha chiosato Falcone auspicando che anche questa legge sulla concorrenza 2025 non si riveli l’ennesima occasione sprecata.
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