
Il Paese si è fermato alle 10 per un minuto di silenzio. Tutti i feriti in condizioni stabili
All'indomani della strage nella scuola di Graz, dove un 21enne ha aperto il fuoco nel suo ex liceo uccidendo dieci persone prima di togliersi la vita, l'Austria si è fermata questa mattina alle 10 per un minuto di silenzio rotto solo dal suono delle campane. L'Orf, l'emittente radiotelevisiva pubblica austriaca, ha interrotto la programmazione televisiva e radiofonica e la Wiener Linien - il gestore del trasporto pubblico nella capitale - ha bloccato circa 900 mezzi di trasporto per 60 secondi. Un minuto di silenzio è stato osservato anche all'inizio della riunione del Consiglio dei Ministri. Dopo la strage, il governo aveva dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
La strage, in cui sono rimaste ferite altre 12 persone, è avvenuto presso la scuola secondaria Dreierschützengasse, nella zona nord-occidentale della città. Tutti i feriti della sparatoria sono in condizioni stabili, ha riferito oggi l'Associazione Ospedaliera della Stiria (KAGes), citata dal Kurier, precisando che alcuni pazienti restano in terapia intensiva, altri sono già stati trasferiti in reparto nei diversi ospedali in cui sono stati ricoverati. "Sono necessari interventi chirurgici di follow-up per due di loro, una persona con lesioni al volto e un'altra con una lesione al ginocchio", ha annunciato l'Associazione in un comunicato stampa.
Le prime perquisizioni nell'abitazione del ragazzo hanno scoperto un ordigno esplosivo non funzionante e presunti piani - accantonati - per un attentato dinamitardo. Rinvenuta anche una "lettera d'addio".
Le autorità stanno ancora cercando di chiarire le motivazioni del giovane attentatore, che si è suicidato nei bagni dell’edificio scolastico dopo la sparatoria. Le indagini sono in corso per comprendere se il gesto sia stato premeditato e se vi fossero eventuali legami con ambienti estremisti o segnali d’allarme trascurati.
Il 21enne era un ex studente della Dreierschützengasse che non si è diplomato, ha dichiarato il ministro degli Interni Gerhard Karner in una conferenza stampa. Gli agenti hanno anche confermato che non era noto alla polizia prima dell'attacco.
Le informazioni attuali suggeriscono che l'aggressore fosse legalmente proprietario delle due pistole utilizzate nell'attacco e avesse una licenza per il porto d'armi, ha aggiunto la polizia.
La Direzione della Polizia di Stato non ha confermato le notizie di stampa secondo cui il giovane morto suicida sarebbe stato vittima di bullismo in passato. Anche sui dettagli della carriera scolastica del ventunenne sono rimasti sul vago. Secondo la polizia, l'unica cosa certa è che il giovane viveva con la madre single nella zona di Graz. Suo padre, originario dell'Armenia, non viveva più nella stessa casa dopo la separazione.
L'assalitore avrebbe inviato un video e una lettera alla madre. In essi, annunciava le sue intenzioni e sottolineava di aver agito "di sua spontanea volontà", senza fornire altre spiegazioni. Poco dopo aver visto il video, scrive 'Heute', la madre avrebbe chiamato la polizia. Ormai però era troppo tardi. Il figlio - ex studente, uscito dalla scuola senza mai diplomarsi - aveva ormai aperto il fuoco dopo aver fatto irruzione nell'istituto nella settimana degli esami orali di maturità facendo dieci morti, sei ragazze e tre ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni, deceduti sul posto, un'insegnante, deceduta dopo il ricovero in ospedale e 11 feriti di età compresa tra i 15 e i 26 anni, ancora ricoverati in ospedale, tutti in condizioni stabili.