
Dibattito a Roma organizzato dall'Ambasciata di Polonia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, con il sen. Terzi e l'on. Onori
La manipolazione delle informazioni e le interferenze straniere sono una minaccia concreta per le democrazie occidentali e richiedono una risposta urgente e coordinata. È questo il messaggio chiave emerso dal dibattito "Come proteggere le nostre democrazie dalle interferenze straniere e dalla manipolazione dell'informazione" organizzato a Roma dall'Ambasciata di Polonia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
Il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Affari europei del Senato, ha aperto l’incontro sottolineando l'importanza della consapevolezza pubblica e dell'azione istituzionale: "Negli ultimi dieci anni l'Unione Europea e i suoi stati membri hanno fatto passi decisivi nella lotta contro le interferenze straniere", ha detto Terzi, evidenziando il ruolo di attori come Russia, Cina, Corea del Nord e Iran. "Non parliamo di censura, ma di difendere le nostre democrazie liberali da chi vuole destabilizzarle", ha aggiunto, facendo riferimento anche alla guerra in Ucraina e al falso pretesto russo dell'allargamento della Nato come causa del conflitto.
La deputata Federica Onori ha evidenziato la centralità della consapevolezza pubblica e della ‘media literacy’: "La democrazia non si difende solo nelle urne, ma ogni giorno attraverso programmi di alfabetizzazione mediatica. Servono anche strumenti istituzionali, e su questo possiamo ispirarci ad altri paesi, come la Francia con il suo Viginum", specializzato in monitoraggio della disinformazione. Ha inoltre richiamato l'importanza della responsabilità delle piattaforme digitali e della trasparenza degli algoritmi che decidono cosa viene proposto agli utenti.
L'ambasciatore polacco Ryszard Schnepf, forte della sua esperienza a Washington durante la campagna presidenziale americana del 2016, ha ricordato che "la tecnologia corre più velocemente della nostra capacità di contrastarla. La Polonia ha istituito un dipartimento speciale con sociologi, psicologi ed esperti informatici per monitorare costantemente la disinformazione. Il vero obiettivo di queste campagne è scoraggiare i cittadini dalla partecipazione democratica, facendo credere che tutto sia deciso a priori, promuovendo un modello autoritario".
Elena Grech, vice capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha spiegato il ruolo cruciale del Digital Services Act (Dsa) per contrastare la diffusione di informazioni false, tutelare i minori e assicurare la conformità delle piattaforme digitali agli standard europei. "La Commissione sta collaborando con le agenzie nazionali per garantire la corretta applicazione delle norme. Da dieci anni il tema è al centro dell’azione europea, ma ora con il Dsa ci sarà un’accelerazione e un potenziamento degli strumenti”.
Il dibattito, moderato da Salvatore Custureri del Fimi-Isac, prima rete indipendente per il monitoraggio e la segnalazione di attività Fimi (Foreign Information Manipulation and Interference), ha ribadito l'importanza di un'azione congiunta a livello europeo e nazionale, richiamando l'urgenza di interventi educativi, normativi e operativi per proteggere i cittadini e le istituzioni democratiche dalle minacce che sono amplificate nel mondo digitale.