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Attacco Usa in Yemen contro porto petrolifero, Houthi: "80 morti"

Netanyahu ha fatto sapere che rilascerà "una dichiarazione speciale sabato sera". Media: "Non annuncerà accordo su ostaggi o cessate il fuoco"

Membri degli Houthi - Afp
Membri degli Houthi - Afp
18 aprile 2025 | 09.47
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Le forze Usa hanno confermato la "distruzione" del "porto petrolifero di Ras Isa" in Yemen: secondo gli Houthi avrebbe provocato decine di morti. In un post su X pubblicato nelle scorse ore dal Centcom, si legge che il porto era "controllato dagli Houthi" che "usano il carburante per sostenere le loro operazioni militari, come arma di controllo, e per trarre vantaggi economici dall'appropriazione dei profitti derivanti dalle importazioni". "L'obiettivo di questi attacchi - aggiunge il post - era ridurre le fonti economiche di potere degli Houthi che continuano a sfruttare e a imporre grandi sofferenze ai loro connazionali".

Il bilancio delle vittime del raid Usa è intanto salito ad almeno 80 morti. Il portavoce del ministero della Sanità Houthi, Anees Alasbahi, citato da 'The Times of Israel', ha dichiarato che i soccorritori stanno ancora cercando i corpi nel terminal di carburante sul Mar Rosso, suggerendo che il numero dei morti potrebbe aumentare. La Tv dei ribelli Al-Masirah, citando funzionari locali, afferma che il bilancio dell'attacco è "salito a 80 morti e 150 feriti".

Manifestanti al grido di "Morte all'America! Morte a Israele!" si sono riuniti nelle città controllate dai ribelli in tutto il Paese, compresa una grande manifestazione nella capitale Sanaa.

Hamas ha condannato i raid notturni condotti dagli Stati Uniti: "Questa palese aggressione rappresenta una grave violazione della sovranità yemenita, un crimine di guerra a tutti gli effetti, e conferma la prosecuzione delle politiche ostili degli Stati Uniti contro i popoli liberi che rifiutano l’egemonia sionista e americana nella regione". Anche il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Esmaeil Baqaei, ha espresso "ferma condanna per i barbari raid aerei degli Stati Uniti contro il porto di Ras Isa" in Yemen, definendoli "un esempio di crimine aggressivo e una palese violazione dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite".

L’attacco Usa rientra nella nuova fase della campagna americana contro i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, che hanno preso ad attaccare le navi occidentali in transito nel Mar Rosso da quando Israele ha avviato la campagna militare contro Hamas nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco jihadista del 7 ottobre 2023. Nel frattempo gli Houthi hanno annunciato di aver attaccato con alcuni missili due portaerei americane nel Mar Rosso e un sito militare vicino all'aeroporto principale in Israele in risposta. Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, durante una manifestazione organizzata a Sana'a ha promesso che ''l'aumento dell'offensiva militare statunitense e la continua aggressione contro il nostro Paese non faranno altro che intensificare le nostre operazioni e aumentare la controffensiva".

Gaza City sotto attacco nella notte

Gaza City oggi, 18 aprile 2025, sotto attacco delle forze israeliane. Al Jazeera riferisce che un elicottero d'attacco Apache israeliano ha aperto il fuoco sui quartieri nella parte orientale della città. Secondo quanto riportato da altri media palestinesi, veicoli blindati israeliani hanno aperto il fuoco nel nord del territorio. Secondo quanto riportato, nella parte meridionale di Gaza, i carri armati israeliani hanno effettuato pesanti bombardamenti sulla città di al-Qarara, situata a est di Khan Younis, e nelle ultime ore sono stati segnalati anche attacchi al campo profughi di Maghazi, nella parte centrale di Gaza.

I funzionari sanitari della Striscia di Gaza fanno sapere che trentadue palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 24 ore negli attacchi delle Idf. Secondo queste fonti 23 persone hanno perso la vita nella parte settentrionale dell'enclave. Secondo quanto riportato dal quotidiano saudita al Arabiya, almeno undici persone sarebbero state uccise nella notte da attacchi dell'aeronautica militare israeliana nella Striscia di Gaza settentrionale.

Hamas chiede "pressioni" della comunità internazionale per porre fine al "blocco ingiusto" della Striscia di Gaza. "La comunità internazionale deve intervenire immediatamente ed esercitare le pressioni necessarie per porre fine all'assedio ingiusto imposto sulla nostra popolazione nella Striscia di Gaza", afferma in una dichiarazione l'esponente di Hamas, Khalil al-Hayya.

Netanyahu: "Dichiarazione speciale sabato sera"

Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che rilascerà "una dichiarazione speciale sabato sera". Non riguarderà un accordo sugli ostaggi o per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, scrive il quotidiano Haaretz citando fonti dell'ufficio di Netanyahu. Genericamente, le fonti fanno sapere che la dichiarazione affronterà una questione politica ''principalmente su Gaza''. Un alto funzionario dell'Amministrazione Trump ha poi dichiarato ad Haaretz che Netanyahu non subisce alcuna pressione da parte degli Stati Uniti affinché ponga fine alla guerra contro Hamas.

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