Il finanziere avrebbe parlato del presidente Usa, senza citarlo. Ma lui nega: "Mai stato sulla sua isola"
Almeno ottomila nuovi documenti collegati al caso Epstein sono disponibili da oggi sul sito del dipartimento di Giustizia americano. Secondo quanto riferito, i nuovi file includono centinaia di video e audio, tra cui le immagini di sorveglianza della cella dove il finanziere pedofilo era stato trovato morto nell'agosto del 2019. Il dipartimento di Giustizia ha postato circa 11mila link ai nuovi documenti, alcuni dei quali non portano a nulla. Emergono però nuovi dettagli sui rapporti tra Epstein e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
"Il nostro presidente condivide il nostro amore per le giovani ragazze, nubili". E' questa la frase che compare in una lettera che Jeffrey Epstein avrebbe scritto, dalla cella in cui era rinchiuso a New York nell'estate del 2019, quando il presidente era Donald Trump, a Larry Nassar, l'ex medico condannato a 176 anni di reclusione per aver abusato di almeno 256 atlete, tra le quali molte minorenni.
Nella lettera, in cui si fa quindi riferimento al presidente senza nominare mai direttamente Trump, Epstein sembra anche parlare del suo suicidio, avvenuto il 10 agosto nella cella newyorkese: "Caro L.N., come tu a questo punto saprai, io ho scelto la scorciatoia per tornare a casa. Buona Fortuna!", inizia infatti la lettera che Epstein scrisse a mano. Tra i documenti è stata anche pubblicata la busta della lettera, che il finanziere inviava all'"inmate", detenuto, Nassar in un penitenziario dell'Arizona, con il timbro del 13 agosto, quindi tre giorni dopo la morte di Epstein.
Donald Trump però nega ogni accusa:"Non sono mai stato sull'isola di Epstein. Questo caso serve solo per deviare l'attenzione dai nostri successi". E' quanto ha ribadito il presidente degli Stati Uniti, parlando proprio della pubblicazione dei files del caso Epstein.
Negli oltre 8mila nuovi documenti rilasciati in relazione al caso Epstein, ci sono affermazioni "false e sensazionalistiche" contro il presidente americano Donald Trump. Lo ha affermato il Dipartimento di Giustizia in un post su X.
"Alcuni di questi documenti contengono affermazioni false e sensazionalistiche contro il presidente Trump che sono state presentate all'Fbi appena prima delle elezioni del 2020 - si legge - Se avessero avuto un briciolo di credibilità, sarebbero state sicuramente già utilizzate come arma contro il presidente Trump".
Donald Trump avrebbe viaggiato almeno otto volte sull'aereo di Jeffrey Epstein tra il 1993 e il 1996. La rivelazione è contenuta in una mail che figura proprio nell'ultimo gruppo di 8 mila documenti pubblicati oggi. "Donald Trump ha viaggiato sul jet privato di Epstein molte più volte di quanto sia stato riportato in precedenza" si legge nella mail, datata 7 gennaio 2020, con mittente e destinatario che sono coperti da omissis, ma evidente la firma dell'assistente procuratore del distretto di New York.
La mail sottolinea che in "un viaggio nel 1993 Trump e Epstein erano gli unici passeggeri" ed in un altro vi erano i due amici "ed una persona che all'epoca aveva 20 anni", il cui nome è coperto dagli omissis. In "almeno quattro voli" era presente Ghislaine Maxwell, la partner di Epstein che è stata condannata a 20 anni per complicità nelle rete di di traffico sessuali di minori.
In altri viaggi erano presenti altre persone, compresa la moglie di allora Marla Maples, la figlia Tiffany e il figlio Eric. "In altri due voli, vi erano due passeggeri che potrebbero essere testimoni nel caso di Maxwell", si legge ancora la mail riferendosi al caso che poi portò nel 2022 alla condanna dell'ex partner di Epstein.
Una segnalazione anonima ricevuta dall’Fbi nel 2020 su un presunto "party di Jeffrey Epstein" a Mar-a-Lago figura tra gli oltre 8mila nuovi documenti. Secondo un riassunto dell’Fbi citato da Cbs, la segnalante - una donna la cui identità è oscurata - avrebbe riferito di essere stata invitata all’evento da una persona indicata come Ghislaine Lisa Villeneuve, precisando che le sarebbe stato detto che la festa "era per prostitute".
Non è chiaro se l’Fbi abbia ritenuto attendibile la segnalazione o se siano state svolte ulteriori verifiche; nessuna persona con quel nome risulta in precedenza collegata a Epstein né accusata di illeciti. Nei documenti emerge inoltre che il club di Mar-a-Lago fu citato in giudizio nel novembre 2021 nell’ambito del processo United States v. Ghislaine Maxwell, con una richiesta di produzione di documenti relativi a registri di impiego, senza che sia specificato a chi si riferissero né chi abbia risposto per conto del club.
Virginia Giuffre, tra le principali accusatrici di Epstein e della sua complice Ghislaine Maxwell, ha raccontato negli anni di essere entrata in contatto con il finanziere attraverso il padre, impiegato come manutentore nella residenza di Donald Trump a Mar-a-Lago. Maxwell, storica collaboratrice di Epstein, è stata condannata nel 2021 per traffico sessuale e sta scontando una pena di 20 anni di carcere.
L’ex principe Andrew Mountbatten-Windsor torna al centro dell’attenzione. Tra i file diffusi figura un’email indirizzata a Ghislaine Maxwell, ex compagna e complice del defunto finanziere, nella quale l’autore chiede se abbia trovato per lui "nuove amiche inappropriate".
Il messaggio, datato 16 agosto 2001, è stato inviato da un account firmato "A" e identificato come "The Invisible Man". Nel testo si fa riferimento a un soggiorno a Balmoral, residenza estiva della famiglia reale britannica, e compaiono diverse espressioni dal contenuto ambiguo sulle "ragazze" presenti. Maxwell rispose poche ore dopo scusandosi per aver trovato soltanto "amiche appropriate". In una successiva email, inviata due giorni più tardi, "l’uomo invisibile" chiede a Maxwell consigli su come affrontare la morte del suo autista, definito "un vero pilastro" e "quasi parte della famiglia", spiegando di sentirsi disorientato e senza nessuno che si prenda cura di lui.
L’identità del mittente non è formalmente confermata, ma diversi elementi contenuti nello scambio - tra cui il riferimento all’uscita dal servizio attivo nella Royal Navy e a viaggi ufficiali - sono compatibili, secondo vari media internazionali tra cui New York Post e Sky News, con il profilo dell’ex duca di York. Nei documenti non vi sono accuse dirette di reato legate a queste email. Andrew Mountbatten-Windsor ha sempre respinto le accuse di abusi e ha ribadito in passato di non aver commesso alcun illecito.