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L’opposizione contro il governo, le mozioni Nordio e Santanché

06 marzo 2025 | 17.07
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Il 25 febbraio sono state discusse due mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e della ministra del Turismo, Daniela Santanché. Il centrosinistra ha attaccato Nordio per il caso della liberazione e del rimpatrio, con un volo di Stato, del generale libico Almasri, accusato di torture e ricercato dalla Corte penale internazionale. Nonostante la gravità della vicenda, la discussione si è svolta in un'Aula quasi vuota, come spesso accade il lunedì. Solo l’opposizione è intervenuta, mentre il voto e la replica del ministro sono stati rinviati a metà marzo.

Maggiore attenzione ha suscitato la mozione contro Santanché, che era presente in Aula. La ministra è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio nell’inchiesta sulla società Visibilia ed è accusata di aver indebitamente percepito 126.468 euro dall’INPS attraverso la cassa integrazione Covid destinata a 13 dipendenti tra il 2020 e il 2022. L’udienza si terrà il 26 marzo. Nessun leader della maggioranza ha partecipato al dibattito, e a prendere la parola è stato Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che ha ribadito la linea garantista del partito annunciando il voto contrario alla sfiducia. Come previsto, la mozione è stata respinta con 204 voti contrari e 136 favorevoli. Santanché si è difesa con un lungo intervento di 40 minuti, lasciando intendere che potrebbe valutare le dimissioni solo in caso di rinvio a giudizio per la vicenda INPS, ma sottolineando che la decisione spetterà unicamente a lei. Il suo discorso, acceso e combattivo, ha toccato temi più ampi, paragonandosi ad altri politici che sarebbero stati vittime di persecuzioni giudiziarie. Ha infine attribuito gli attacchi nei suoi confronti all’ostilità della sinistra verso la sua figura e il suo status economico.

La sorte di Santanché è legata anche all’ipotesi di un rimpasto di governo che periodicamente ricorre nelle cronache parlamentari ma che il premier Giorgia Meloni vorrebbe evitare per non toccare gli equilibri interni alla maggioranza, dopo le ‘correzioni’ in corsa dovute alla sostituzione di Gennaro Sangiuliano con Alessandro Giuli, alla cultura, e di Raffaele Fitto, nominato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, con Tommaso Foti al ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR.

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