
L'ultima collezione di Alessandro Sartori esplora le possibilità della materia, a curare la partitura sonora dal vivo torna James Blake
Dal cuore del Biellese alle sabbie di Dubai, dove il passato visionario di un uomo del 1910 si fonde con la contemporaneità sonora di James Blake e la monumentalità architettonica della Dubai Opera trasformata per l’occasione in una nuova, lussuosa Villa Zegna. È qui che prende vita l’ultima collezione firmata Alessandro Sartori per Zegna, una sfilata che non è solo show ma un manifesto esistenziale. A 115 anni dalla fondazione del marchio, l’eredità di Ermenegildo Zegna si espande oltre i confini della sua Trivero natale per abbracciare il mondo, attraverso un’idea radicale e profondamente moderna di comunità.
Anche in questa collezione il direttore artistico Alessandro Sartori, esplora le più ampie possibilità della materia: i capi sono stati sottoposti a lavaggi intensi e stropicciamenti, che ne hanno modellato i volumi sul corpo e sbiadito i colori come il sole cocente e il caldo di Dubai avessero lasciato un segno permanente. La disinvoltura delle giacche annodate in vita e dei mocassini indossati come pantofole suggerisce anch’essa un modo per adattarsi liberamente alla ruvida poesia del quotidiano.
"C'è un'immediatezza e una vivacità nel fascino materico di questa collezione che nasconde il processo stratificato che le sottende - afferma Alessandro Sartori - Durante la ricerca, ci siamo imbattuti in un'immagine che ci è sembrata illuminante e che riassumeva perfettamente le mie intenzioni. Raffigura una sedia, su cui sono impilati capi di abbigliamento, appena tolti o forse pronti per essere ripresi il giorno dopo. La stratigrafia e la casualità suggeriscono una vita vissuta intensamente, che è ciò che stavamo cercando. Noi designer facciamo metà del lavoro: il resto avviene quando i clienti interpretano i capi giorno per giorno. Questa interpretazione individuale e non convenzionale oggi è in passerella, e mostra la visione di Zegna nel suo ambiente naturale: la vita. C'è una cultura del vestire, un modo corretto e spensierato che per me cattura un peculiare timbro italiano che voglio mantenere come nostra sigla".
La silhouette è morbida e decostruita. Le giacche sono leggere come camicie e persino l'iconica Il Conte è presentata in una versione boxy e più ampia. Camicie Nehru a doppio strato e camicie lunghe che fungono anche da capospalla definiscono un tono easy e fluido, così come gli shorts sartoriali indossati sotto cappotti estivi o blouson piccoli. Righe materasso e pigiama si susseguono su impalpabili suit. Giacche e cappotti in pelle sono leggeri come una brezza. I blazer destrutturati hanno chiusure a due bottoni. Le camicie anorak sono disponibili in una varietà di versioni, inclusa la maglia. L’assottigliare il confine tra capospalla e sotto, suit e camicia si riafferma come una firma di Zegna. Field jacket, cardigan e blazer con tasche basse ampliano la gamma delle forme. Le stampe coordinate su camicie e shorts hanno un fascino elegante. Gli accessori sono morbidi mocassini, pantofole, occhiali da sole avvolgenti e borse capienti.
La palette è un mix tonale di bianco oasi, mastice, burro di montagna, caligine e corda, accentuato da note acide di olio, cognac, liquore, felce, ciclamino, magnolia, anemone e toni densi di fumo, ardesia lavato, barolo. Le texture sono piacevolmente intense al tatto: Shetland estivo in lana/seta/lino, popeline ultraleggero in pura seta e cotone/seta, lino/lana jacquard, camoscio effetto seconda pelle, diagonale di canapa sabbiata, popeline di tela vela compatta, popeline di cotone Sea Island, seta rustica filata a mano, stuoia di lino seta/lana, tela a tre strati in Oasi Lino, pelle lavorata a maglia, pelle con motivo jacquard, spugna di cotone/carta/lana. Dalla sabbia del deserto a Oasi Zegna, e ritorno.