Farmaceutica, Gemmato: "Su payback introdotte misure concrete per ridurne impatto"

"Sforamento della spesa quest'anno ammonta a circa 4 miliardi, compartecipazione industria 2 miliardi"

Farmaceutica, Gemmato:
01 ottobre 2025 | 15.38
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In questi 3 anni "non siamo rimasti fermi, ma sono state introdotte misure concrete per alleggerire il peso del payback. Abbiamo già compiuto alcuni passi concreti: l'innalzamento del tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti dall'8,3% all'8,5%, con un risparmio stimato per l'industria di 135 milioni di payback; a questo si aggiunge lo spostamento di alcune categorie di farmaci dalla distribuzione diretta a quella convenzionata", come nel caso delle "gliflozine con circa 350-400 milioni di euro spostati" ad altra spesa, "equivalenti a circa 200 milioni di euro in meno di payback sui bilanci aziendali". Inoltre, "l'allocazione di farmaci ad innovatività condizionata nel Fondo degli innovativi per massimo 300 milioni, e la creazione di un Fondo di 100 milioni da quello degli innovativi per gli antibiotici 'reserve', ha generato un ulteriore risparmio di circa 200 milioni di euro alla voce del payback". A questo si sommano "i risparmi generati dall'aumento del Fondo sanitario nazionale". Così Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, questa mattina a Roma in un incontro con la stampa dedicato al Ddl delega sul Testo unico della legislazione farmaceutica, è entrato nel dettaglio delle misure per ridurre l'impatto del payback.

"Questi interventi hanno contribuito ad alleggerire lo sforamento della spesa, che quest'anno ammonta a circa 4 miliardi di euro, con una compartecipazione dell'industria pari a 2 miliardi a favore delle Regioni - ha sottolineato Gemmato - Si tratta di un tema che dobbiamo affrontare con equilibrio: da un lato garantire la sostenibilità dei bilanci regionali, dall'altro offrire alle imprese farmaceutiche la necessaria prevedibilità, evitando situazioni di incertezza che rendono difficile programmare investimenti e bilanci preventivi. La politica ha il compito di costruire un punto di equilibrio tra queste esigenze - ha evidenziato - Per questo convocheremo al tavolo tutti gli stakeholder, istituzionali e imprenditoriali, e continueremo a coinvolgere attivamente Regioni e Comuni, come già avvenuto lo scorso 31 luglio. La riforma non può essere calata dall'alto: deve nascere da un processo partecipato e condiviso. Il Testo unico sulla legislazione farmaceutica sarà quindi un atto di riferimento stabile, chiaro e organico - ha rimarcato il sottosegretario - una vera e propria pietra miliare a disposizione della comunità sanitaria, delle istituzioni e delle imprese. E' una responsabilità grande, perché porterà anche il mio nome: per questo, con ancora più rigore e scrupolo, lavoreremo affinché rappresenti un punto di svolta e non un provvedimento effimero".

Allargando l'argomento sulle sfide aperte e il loro impatto sulla prossima legge di Bilancio, Gemmato ha elencato: "L'invecchiamento della popolazione e il crescente costo dell'innovazione farmaceutica, che richiedono di aumentare gradualmente la quota destinata alla spesa farmaceutica, oggi ferma al 15,3%"; la necessità di "innalzare ulteriormente il tetto della spesa diretta, per renderlo più aderente alla realtà dei fabbisogni". Infine ha auspicato l'avvio di "una riflessione sulla prevedibilità della spesa", con l'introduzione di un valore di riferimento "che dia certezza alle aziende e permetta di programmare meglio investimenti e bilanci".

"Difendere un settore che rappresenta per l'Italia una produzione da oltre 56 miliardi di euro è una priorità non solo economica, ma anche sanitaria e geopolitica. Oggi circa l'80% dei principi attivi e degli eccipienti utilizzati per formulare farmaci salvavita proviene da Paesi extraeuropei, in particolare India e Cina. Questo espone l'Europa e l'Italia a rischi enormi: in caso di crisi diplomatica o interruzione delle forniture, la nostra capacità produttiva si esaurirebbe in poche settimane, lasciando senza terapie molti pazienti. Per questo la riforma si inserisce in una strategia che punta a riportare la produzione in Europa, rafforzando l'autonomia e la resilienza del sistema sanitario". Il sottosegretario ha poi ricordato che "un punto delicato riguarda la difesa della proprietà intellettuale: è fondamentale - ha evidenziato - che chi investe in ricerca sia tutelato e che i risultati restino patrimonio italiano ed europeo, evitando la dispersione di competenze e innovazione oltre i nostri confini".

"C'è un tema che spesso non viene considerato, ma che è fondamentale: la sostenibilità della produzione farmaceutica, soprattutto per quei farmaci storici e a basso costo", ha spiegato il sottosegretario. "Prendiamo la metformina, ad esempio: 1 mese di terapia costa quanto qualche caffè. Può essere sostenibile produrre farmaci a questi livelli? Lo stesso vale per furosemide, cardioaspirina o l'amoxicillina: prezzi così bassi rendono difficile la produzione. Le carenze - ha osservato - derivano in parte dall'export verso Paesi dove i prezzi sono più alti e, in parte, dalla scarsa profittabilità per chi li produce. Stiamo lavorando per rendere sostenibile questa produzione, rivedendo i meccanismi di rimborso e collaborando con le aziende produttrici di equivalenti, per garantire che questi farmaci rimangano disponibili, sicuri ed efficaci per tutti i cittadini".

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