
L'attrice ha diretto il video 'È come sembra', che sarà proiettato prima dell’inizio dei grandi eventi live
"La violenza da parte degli uomini, anche dei giovani uomini, è ormai una piaga vera e propria. L'unica prevenzione che possiamo fare è con l'educazione all'affettività. Se non inseriamo l'educazione all'affettività e alla sessualità all'interno delle scuole fin da piccolissimi, purtroppo questo problema non potrà essere arginato". A parlare all'Adnkronos è l'attrice Anna Foglietta, alla regia del video 'È come sembra' - ideato dal laboratorio artistico della Fondazione Una Nessuna Centomila - da proiettare sui maxischermi durante la stagione dei grandi concerti dei big italiani e star internazionali con il supporto di AssoConcerti. Il video - che ha come protagonisti la stessa Foglietta, Michela Cescon, Cristina Donadio, Maria Chiara Giannetta, Sofia Iacuitto, Vittorio Magazzù, Paola Minaccioni, Vittoria Puccini, Lidia Ravera, Nicole Rossi, Giovanna Sannino e Lorenzo Zurzolo - ha l'obiettivo di veicolare messaggi per sensibilizzare e promuovere una maggiore consapevolezza per affrontare pregiudizi e stereotipi culturali, coinvolgendo il vasto pubblico che affolla stadi e arene di tutta Italia.
"Io non credo - dice Foglietta - che l'iperinformazione su questo tema crei anestesia, non l'ho mai pensato. Credo che oggi, rispetto a prima, noi donne sappiamo riconoscere con maggior precisione quando è molestia e che gli uomini abbiano voglia di non sentirsi etichettati tutti come carnefici. In questo momento penso che ci sia un bel risveglio. Non voglio pensare a quegli esempi eclatanti che fanno tanto rumore, voglio pensare a tutti quei movimenti silenziosi che in realtà hanno avviato un vero e reale processo di cambiamento". Il cinema "è forse lo strumento più importante che abbiamo per imparare a conoscerci, ed è uno strumento politico". Sul tema della violenza di genere, il cinema "può essere in qualche modo sublime. Pensiamo al film 'C'è ancora domani' di Paola Cortellesi e al livello di consapevolezza che ha avviato: ha risvegliato le coscienze di tante donne, anche molto anziane che nel rivedere quel film hanno detto 'ma allora quando ero giovane ho subito questo?' oppure 'quello che io consideravo normale, allora non era normale'".
Il set "è un luogo molto protetto per noi attrici. Non mi è mai successo di ascoltare commenti inappropriati sulle donne. Solo una volta, ho avuto a che fare con un macchinista che si è permesso di fotografare un'attrice che in quel momento stava lavorando. L'ho denunciato ed è stato espulso dal set. Magari la vita fosse un set, tra interpreti e tutto il resto della troupe si crea un clima di totale parità perché tutti quanti stiamo contribuendo a produrre qualcosa", conclude l'attrice.