
L’attrice alla kermesse per ‘Die My Love’: "Sono pronta alla regia, lo sogno da sempre"
“Sono madre e ho ancora dei desideri. Nella società di oggi, spesso, le donne che diventano madri smettono di avere desideri e sogni. Ed è quello che accade a Grace, il personaggio che interpreto, è terrorizzata all’idea di non essere più eccitante per suo marito, mentre sta interiorizzando questo cambiamento nella loro relazione sessuale come un rifiuto”. A parlare è l’attrice premio Oscar Jennifer Lawrence alla Festa del Cinema di Roma per presentare ‘Die My Love’ di Lynne Ramsay (dal 27 novembre nelle sale con Mubi), in cui è produttrice e interprete di Grace: una madre che, dopo il parto e il trasferimento in una casa in campagna insieme al marito (Robert Pattinson) affronta una profondissima depressione post-partum. “Oggi se ne parla di più perché lo abbiamo riconosciuto come un tema. Non riesco a immaginare come sarebbe stato qualche generazione fa, quando non si sapeva cosa fosse. Sapere che non sei sola in quello che stai vivendo è fondamentale”, dice Lawrence, che sul ruolo di madre dice: “È davvero difficile, e quando sei una mamma che lavora lo è ancora di più”. Oggi “c’è più apertura verso le donne del mondo del lavoro. I giudizi derivano dal fatto che vediamo le madri in modo diverso rispetto ai padri”.
‘Die My Love’ è il primo film “che ho girato come madre interpretando una madre”. Quando ha iniziato a lavorare a questo progetto “era appena entrata nel secondo trimestre, dopo aver trascorso i primi tre mesi in preda alla nausea”. Per l’inizio delle riprese “mi sono sentita meglio e avevo più energia”. Dopo tanti film da protagonista - ‘Il lato positivo’, la saga di ‘Hunger Games’ e ‘Joy’, solo per citarne alcuni - Lawrence si sente pronta a passare alla regia: “La mia adolescenza è stata costellata da registe donne. Ho debuttato in un film diretto da una donna, Lori Petty, poi ho recitato in ‘Un gelido inverno’ diretto da Debra Granik e, subito dopo, sono stata diretta da Jodie Foster in ‘Mr. Beaver’. Fin da subito ho capito che era possibile, volevo essere come loro. È sicuramente qualcosa che voglio esplorare”. Sulla celebrità dice di avere un rapporto più sereno oggi: “Quando ero giovane mi spaventata molto e, al tempo stesso, mi faceva arrabbiare perché sentivo di pretendere la mia privacy”, racconta la diva di Hollywood.
Guardando al mondo, una speranza per il futuro è “l’empatia e la pace” e “spero di crescere i miei figli affinché diventino dei cittadini buoni e rispettosi degli altri”. La sua più grande paura è “vedere ciò che accade quando si perde l’empatia e iniziamo a temere le persone”, riflette Lawrence, che aggiunge: “Uno degli aspetti più belli di noi esseri umani è che siamo tutti diversi l’uno dall’altro, agiamo in modo diverso e proviamo sentimenti diversi. La mia paura è vedere il rifiuto verso questa diversità piuttosto che l’accoglienza”. Ma l’attrice vede l’amore, oltre le preoccupazioni: “Capisco la paura, l’ansia e la frustrazione che c’è nel mondo, ma non possiamo rinunciare all’amore perché sarebbe un disastro”. Sul ruolo degli artisti nella difesa dei diritti umani dice: “Penso che raccontare storie sia e sarà sempre uno strumento molto potente per il cambiamento, per avviare il confronto. A volte è necessario seguire un'altra persona, immergersi nella sua storia, perché solo così è possibile capire come si sente o avere quel punto di vista diverso”, sottolinea Lawrence, che svela i suoi attori del cuore. E c’è anche un italiano. “Meryl Streep, Gary Oldman e Marcello Mastroianni”. (di Lucrezia Leombruni)