
Il nuovo singolo del cantautore riporta alle sonorità delle sue grandi hit. L'artista: "È l'inquietudine a far girare le ruote della nostra vita".
Sergio Caputo torna alle origini nel nuovo singolo 'Inquietudine'. Un brano in cui il cantautore riprende lo swing irresistibile che ha caratterizzato le sue grandi hit anni '80, a partire dall'album 'Un sabato italiano'. "L'inquietudine, fra tutte le emozioni umane, è la forza che motiva a correre verso l'ignoto, è ciò che spinge gli artisti a creare, i poeti ad esprimere pensieri profondi, gli esploratori ad esplorare, gli inventori ad inventare, insomma è l'inquietudine a far girare le ruote della nostra vita", spiega Caputo. 'Inquietudine', aggiunge l'autore, "ha le apparenze di una canzone d'amore ma può essere intesa a vari livelli di lettura, che lascio a chi ascolta, come ho sempre fatto".
Si tratta di un brano "indubbiamente pop-jazz (che nel mio linguaggio è un jazz 'addomesticato')", sottolinea. Ed è naturalmente tutto suonato, come Caputo ha abituato il suo pubblico: "Questa volta ho rinunciato a suonare la mia amata chitarra, cedendola al grande Georg Wadenius (che ha un curriculum impressionante che va dagli Steely Dan, a Donald Fagen, ad Aretha Franklin, Diana Ross, James Brown e via così)", sottolinea Caputo. Che nel brano ha voluto anche la bravissima sassofonista Naomi Adriaansz, Ophélie La Roche alla batteria, Claudio Citarella al basso e Ivan Bridon al piano.
Sul fatto che anche lui, cantautore da album per eccellenza, cadenzi ora la sua produzione con l'uscita di singoli brani, Caputo spiega: "Oggi come oggi, in questa era di streaming, la musica è fatta di singoli. Ma non è una grossa novità. Infatti un tempo, dagli anni '50 in su, si facevano solo singoli, e se poi i singoli di un certo artista o band andavano bene, venivano raccolti in un album. Poi, con la fine dei jukebox, è iniziata l'era in cui si facevano solo album, e in un album si doveva raccontare una storia stilisticamente coerente, ogni album era - o tentava di essere - una pietra miliare nel percorso di un artista. Io sono nato artisticamente facendo solo album - a parte un esordio a 45 giri". Ma lo streaming "non è la stessa cosa del 45 giri che ti andavi a scegliere nei negozi di dischi". "Io resto un artista da album, e molti di voi si stupiranno nel vedermi sfornare un singolo ogni tot settimane. Le cose ora stanno così, anche se io faccio del mio meglio per offrire al pubblico - brano dopo brano - canzoni che starebbero bene insieme in un album, e chi lo vorrà potrà metterle insieme a suo piacimento, cosa che spero farà", probabilmente in una playlist.
'Inquietudine' è accompagnato da un video dove a personificare l'inquietudine è la moglie di Caputo, Cristina. "Un video che esprime turbamento ma anche curiosità", spiega Caputo che firma anche il video, girato tutto in bianco e nero. "Il mio approccio al video è televisivo più che cinematografico - spiega - voglio che il pubblico veda la mia faccia, possa leggere le espressioni. La scelta del bianco e nero sta diventando un mio trademark, e mi ispiro per inquadrature ed atmosfere ai primissimi video di artisti come Serge Gainsbourg, Ives Montand o Charles Aznavour. Naturalmente ci sono anche quelli dei primi cantautori italiani, ma non voglio far torti citandone solo alcuni. D'altra parte il mio mondo è quello della canzone, e faccio del mio meglio per portarla avanti come forma d'arte in un momento in cui il mainstream sembra propendere per altro", conclude l'artista che presenterà 'Inquietudine' live insieme ai tanti successi del suo repertorio nel suo nuovo show 'Ne approfitto per far un po' di musica', che farà tappa il 22 novembre all'Auditorium Parco della Musica di Roma, il 12 dicembre al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto, il 13 dicembre al Teatro Massimo di Pescara, il 22 gennaio 2026 al Teatro Lirico di Milano e il 26 febbraio al Teatro Cartiere Carrara di Firenze.