Till Lindemann, a Lucca il varietà dell’eccesso tra ironia e provocazione

Il frontman dei Rammstein al Lucca Summer Festival porta il suo progetto solista

Till Lindemann, a Lucca il varietà dell’eccesso tra ironia e provocazione
07 luglio 2025 | 14.55
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Dimenticate tutto quello che sapete su un concerto: lo show di Till Lindemann è vietato ai deboli di stomaco. Se non si reggono immagini disturbanti e una generosa quantità di musica industrial, meglio restare a casa. Se invece si è disposti a scendere a compromessi con sé stessi, il rischio è di farsi travolgere da un’esperienza che ha poco a che fare con un concerto ordinario e che profuma di carne e teatralità. Al Lucca Summer Festival, il frontman dei Rammstein porta in scena, davanti a 6mila persone, il suo progetto solista dall’approccio più sperimentale e meno legato all’imponenza della macchina live della band tedesca. 

Esplicito in ogni accezione, eccessivo ma anche capace di slanci poetici. Sì può dire tutto di Till Lindemann, tranne che non sia, insieme alla sua band o da solo, uno dei simboli contemporanei dell’industrial metal. Un genere considerato tradizionalmente indigesto alle grandi masse ma che i Rammstein, e Lindemann, hanno saputo rendere popolare. Il progetto Lindemann risale al 2015, insieme a Peter Tägtgren, frontman degli Hypocrisy. ‘Skills in Pills’ è un successo clamoroso, seguito da ‘F & M’ nel 2019. Dopo la fine del sodalizio, Till mette insieme una nuova band, con l’immancabile Joe Letz alla batteria. Da allora pubblica diversi singoli, l’album ‘Zunge’ e, più di recente, ‘Meine Welt’ e ‘Und die Engel singen’, nuovi brani che confermano la vocazione provocatoria del suo progetto.

A Lucca l’estetica granguignolesca dello spettacolo contrasta con l’architettura della città toscana ma a fine serata questo contrasto risulterà annullato. Lo show si apre con il set dei Master Boot Record e poi dei Lacuna Coil, perfetti padroni di casa del metal italiano, a loro agio nonostante l’infortunio alla gamba del chitarrista Daniele Salomone, tra atmosfere dark e la presenza magnetica di Cristina Scabbia sul palco. Appena le luci si spengono e il fumo si alza, appare la band, con Till immobile al centro, completamente vestito di rosso (trucco sul viso, outfit coordinato, cappello e pelliccia d’ordinanza). L’apertura è affidata alla solenne ‘Zunge’, titletrack dell’album del 2023. Da qui in avanti, il set è serratissimo.

‘Allesfresser’ è uno dei momenti più attesi. Un pezzo che gioca con il concetto di ‘divorare tutto’, in senso letterale e metaforico. Solitamente è associato alla torta: interi dolci con la panna vengono lanciati dalla band verso la folla ma stavolta il protagonista è il batterista Joe Letz, che si avvicina al pubblico vestito da donna e inizia a sfilarsi dei finti tamponi con tanto di sangue. Si ride, si alzano le mani per afferrarli, la scena sfiora l’assurdo. Dopo le liriche feticiste di ‘Golden Shower’, la marcia ossessiva di ‘Sport Frei’ e la cinica ‘Praise Abort’, inno satirico all’aborto che in realtà colpisce la figura del padre irresponsabile e dell’ipocrisia sociale, lo show cambia di nuovo registro.

Durante la parentesi electro di ‘Platz Eins’, Till abbandona il palco e riappare tra il pubblico camminando e poi portato in giro su un trono. Una GoPro fissata sulla sua testa trasmette in diretta sullo schermo le reazioni del pubblico. È un teatro grottesco e geniale. Il finale assume un tono più dark con ‘Skills in Pills’, durante la quale Lindemann recita con tono compiaciuto il proprio catalogo di dipendenze e rimedi, tra pillole per l’umore, la virilità e l’oblio, ‘Entre dos tierras’ (cover dei Héroes del Silencio), il climax disturbante di ‘Knebel’ e la sarcastica ‘Ich Hasse Kinder’, brano che sfida i limiti del politicamente corretto con ironia nera e sonorità industrial.

L’impatto visivo resta alto fino all’ultimo secondo, nonostante i video di solito espliciti proiettati sul maxischermo alle sue spalle siano ridotti all’essenziale o addirittura censurati. In un’estate di concerti e grandi nomi internazionali, quello di Till Lindemann si impone come un evento fuori dal comune. Il suono è potente, i visual sono meticolosi, la band una macchina perfetta, lui carismatico e controverso. È vero, lo spettacolo non fa sconti a nessuno ma se si è pronti a lasciarsi travolgere, Till Lindemann vi prenderà per mano con un sorrisetto sadico dipinto sul volto e vi trascinerà in un altro mondo. Il suo è tutto quello che un concerto non dovrebbe essere e, per questo, funziona. (di Federica Mochi)

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