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Antonelli, 'correre a Imola è speciale, ma proverò a restare concentrato'

Il giovane campione ospite dell'Uiga Day nella sede italiana di Petronas Lubricants

Antonelli, 'correre a Imola è speciale, ma proverò a restare concentrato'
16 maggio 2025 | 14.08
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"Correre a Imola è speciale. Ci sono i miei amici, la mia famiglia, la mia gente. Ma io provo a restare concentrato, come se fosse solo un altro weekend". Lo ha sottolineato Andrea Kimi Antonelli, giovanissimo pilota Mercedes di Formula 1, incontrando una rappresentanza dell’Uiga, l'associazione dei giornalisti italiani dell'automotive, in un incontro ospitato nella sede italiana di Petronas Lubricants, un fornitore che ha "un ruolo enorme visto che in qualifica si gioca anche sui millesimi".

Antonelli ha riconosciuto che "c’è sempre da migliorare. Quest’anno mi sono concentrato molto sulla pulizia di guida, e a Miami ha funzionato. Devo imparare a mettere insieme tutto il weekend: a volte faccio una bella qualifica e poi la gara non va come vorrei, o il contrario. L’esperienza aiuta. Ogni settimana cerco di analizzare i dati con il team, vedere dove potevo fare meglio. Quando c’è più tempo tra una gara e l’altra è più facile lavorare su tutto, anche mentalmente". "Dopo una gara - aggiunge - la prima cosa che mi chiedo è se ho fatto tutto quello che potevo. Poi ascolto il team: so che loro vogliono solo aiutarmi a migliorare. Le critiche a caso, quelle che arrivano da chi non ti conosce neanche… quelle non mi toccano più di tanto".

A volte - ammette - "mi succede di guidare 'd'istinto' ed è bellissimo. È come se la macchina e io fossimo una cosa sola. Nelle qualifiche capita spesso: fai tutto senza pensarci. Però serve anche razionalità, soprattutto in Formula 1 con tutti i comandi al volante. Se tocchi il bottone sbagliato… finisce male. Quindi cerco un equilibrio: ascoltare l’istinto, ma rimanere lucido".

In un ipotetico 'colloquio' con il Kimi dodicenne, Antonelli - reduce dai festeggiamenti per la Coppa Italia vinta dal 'suo' Bologna - ha affermato: "Gli direi di non preoccuparsi troppo di quello che pensano gli altri, soprattutto le persone che non lo conoscono davvero. Da piccolo avevo questa ansia di deludere, avevo paura che se qualcosa fosse andato storto la gente non avrebbe più creduto in me. Oggi so che bisogna ascoltare solo chi ti vuole davvero bene. E gli direi anche di crederci sempre, perché se non credi in te stesso è come partire con una mano legata dietro la schiena".

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