Neonato morto in culla termica Bari, rinviati a giudizio parroco e responsabile manutenzione

L'accusa per entrambi è di omicidio colposo. La prima udienza del procedimento è stata fissata per il 5 febbraio 2026

La chiesa di San Giovanni Battista
La chiesa di San Giovanni Battista
13 novembre 2025 | 19.06
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Rinviati a giudizio per la morte del neonato nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari, il parroco Antonio Ruccia e il tecnico elettricista responsabile della manutenzione, Vincenzo Nanocchio. Lo ha deciso oggi, giovedì 13 novembre, il gup del Tribunale di Bari, Ilaria Casu.

L'accusa per entrambi è di omicidio colposo nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica sulla morte del neonato avvenuta nella culla termica, collocata in alcuni locali attigui alla parrocchia. Il piccolo fu trovato senza vita lo scorso 2 gennaio.

La prima udienza è stata fissata per il 5 febbraio 2026 davanti al giudice Domenico Mascolo.

Dopo il rigetto della proposta di patteggiamento, avanzata congiuntamente dal pubblico ministero e dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Salvatore D'Aluiso, l'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio mentre la difesa ha chiesto il proscioglimento.

Il decesso del neonato sarebbe stato determinato da ipotermia causata da una serie di fattori: cattivo funzionamento dei sensori della culla termica, che non hanno attivato l'allarme e quindi il sistema di allerta collegato con il telefonino del parroco, e dell'impianto di condizionamento della stanza che invece di erogare caldo ha erogato aria fredda.

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