Ordini dei medici: "sì a confronto sui vaccini ma il Nitag non è il luogo adatto"

Gruppo consultivo sui vaccini, spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, è un tavolo tecnico e operativo, che serve a dare indicazioni. Non serve decidere se servono o non servono

Ordini dei medici:
20 agosto 2025 | 14.32
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Il dibattito sulla scienza "è sempre benvenuto. Il confronto è il sale della conoscenza: è una cosa assolutamente utile. Ma nelle sedi opportune, ovvero nella comunità scientifica, con un dibattito basato su dati pubblicati e confermati dalla ricerca". Il Gruppo consultivo sui vaccini, il Nitag, "non può essere luogo di confronto. Si tratta di un tavolo tecnico e operativo, che serve a dare indicazioni su come disciplinare la somministrazione dei vaccini. Non serve decidere se servono o non servono. Devono esserci le figure concretamente coinvolte nel campo delle vaccinazioni". A dirlo all'Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) che ritorna su quello che definisce "un tormentone di fine estate" sulla composizione del Nitag.

Considerare il Nitag, ribadisce Anelli, luogo di confronto "non è corretto: è un comitato tecnico che deve dare indicazioni pragmatiche per l'applicazione di un Piano vaccini. Non è il luogo dove si deve dibattere la validità dei vaccini". E, in questo senso, "era un comitato monco perché mancavano molte figure, una parte delle quali ieri ha chiesto di essere giustamente inserita nella futura composizione. Mi riferisco ai farmacisti, medici di famiglia, pediatri, infermieri". In tema di confronto sui vaccini "nessuno ne nega l'importanza", aggiunge Anelli che ricorda come "qualche anno fa di fronte all'incalzare degli omeopati che chiedevano una verifica sulle proprie convinzioni, con il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, allora Walter Ricciardi, abbiamo avviato un gruppo di lavoro misto in modo tale che questa parte della professione medica avesse un luogo per valutare e verificare l'efficacia del proprio approccio per quanto riguarda gli effetti sulla salute".

Oggi "noi sul tema dell'omeopatia abbiamo degli obblighi di legge, dobbiamo verificare i percorsi formativi fatti e i colleghi che prescrivono i farmaci omeopatici sono iscritti in un albo speciale". Un percorso che "si può riprendere su altri argomenti. Si può proporre l'Istituto superiore di Sanità, ma anche altre sedi, come luogo dove favorire il confronto scientifico, dove valutare i dati e le evidenze anche sulle vaccinazioni. I dati in letteratura oggi ci dicono, in maniera univoca, che i vaccini servono. Tutti gli studi indicano che i vaccini ci hanno permesso di superare la pandemia ed evitare milioni di morti. Gli studi realizzati in tutto il mondo tracciano un panorama chiaro. Il confronto va benissimo, ma deve essere scientifico, non su opinioni personali. La scienza si basa sulle evidenze e sui dati", conclude Anelli.

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