
"E' stato un grande esempio per trasformare un presentatore in conduttore che detta i tempi, è stato il primo"
"Si è spenta la tv. Si è spento un faro, un punto riferimento importantissimo". Così Carlo Conti alla camera ardente di Pippo Baudo allestita al Teatro delle Vittorie. Interrogato sull'intenzione della famiglia Vacchino di intitolare a Baudo il camerino principale del Teatro Ariston, Conti ha mostrato profonda gratitudine: "Sarà per me un onore entrare in quel camerino". "E' stato un grande esempio per trasformare un presentatore in conduttore che detta i tempi, è stato il primo. Mi sento erede? Non esistono eredi, Baudo è troppo grande: non ha eredi. Gli rubavo dettagli? Quando mi dicevano che 'baudeggiavo', mi facevano un grande complimento".
Inevitabile la domanda sul prossimo Festival di Sanremo e su una possibile dedica. Pur chiarendo che è ancora presto per decisioni definitive, Conti ha assicurato che il ricordo sarà centrale: "Lo abbiamo sempre ricordato ogni anno, figuriamoci il prossimo che sarà il primo senza di lui".
Infine, una riflessione sulla sua immensa eredità, che Conti considera ineguagliabile. Ma se l'erede è impossibile da trovare, il suo lascito è invece chiarissimo: "Lascia l'insegnamento di fare una Tv garbata, corretta, nel rispetto dei telespettatori", conclude Conti.