Sollecito: "Nemmeno assoluzione toglie il marchio a innocente, lo vedo anche in Garlasco"

Il video sui social del giovane definitivamente assolto con Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher

Raffaele Sollecito nel 2019 - Fotogramma /Ipa
Raffaele Sollecito nel 2019 - Fotogramma /Ipa
16 ottobre 2025 | 18.29
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''Ci sono storie che non finiscono, anche quando la giustizia dice che sei innocente. La mia è così. Viviamo in un mondo dove si censurano battute fatte verso le minoranze ma si può facilmente rovinare la vita di un innocente e poi far finta di nulla. E lo sto vedendo di nuovo nel caso di Garlasco e la cosa mi intristisce molto''. Parla così, in un video su Tik Tok, Raffaele Sollecito, inizialmente condannato con Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher e poi con lei definitivamente assolto dalla Corte di Cassazione.

''Il marchio che mi porto addosso non è una colpa ma uno stigma - aggiunge -. E quello non te lo toglie nessuna sentenza, nemmeno una di assoluzione. Di fatto il politically correct difende tutto e tutti, tranne chi non ha fatto nulla. Ancora oggi mi sento costretto a dimostrare di non essere quello che hanno raccontato di me. Mi capita spesso di sentire di doverlo dimostrare quando entro in un bar, quando vado a fare qualche commissione o leggo nello sguardo delle persone un pregiudizio o un atteggiamento di voler sapere o conoscere cose che in realtà non sanno di me e colmare quella distanza che c'è fra chi sono e quello che leggo nello sguardo delle persone che mi circondano''.

''In un mondo come questo una sentenza di assoluzione non ti libera ma spesso ti porta in una nuova prigione: quella del giudizio e dello sguardo delle persone”, conclude.

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