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Vaia: "Chirurgia plastica non va demonizzata ma più controlli su strutture"

A Roma il decesso di una donna dopo una liposuzione, "la specialità ricostruttiva è fondamentale nella nostra società. Non si può farne a meno"

Francesco Vaia
Francesco Vaia
11 giugno 2025 | 15.35
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"La morte a Roma della giovane donna dopo la liposuzione ci interpella tutti, come cittadini e come opinione pubblica, ma ancora di più come operatori della sanità pubblica. Vanno fatte due necessarie premesse. La prima è che toccherà poi ai sociologi fare una valutazione di ordine sociologico ed etico sull'uso ed abuso della chirurgia estetica. Ma questo a noi non compete. La seconda invece, che ci compete e su cui possiamo esprimerci, è che la chirurgia plastica e ricostruttiva ha dato un contributo enorme soprattutto in direzione della soddisfazione dei pazienti e nel sentirsi meglio con se stessi. E' giusto e doveroso sentirsi bene e presentarsi in perfetta forma, anche ricorrendo alla chirurgia quando necessario e consigliato dal medico. Se noi pensiamo alle tantissime donne che si sono viste deturpare nel tempo il loro corpo, ad esempio da una mastectomia, e a quanto la chirurgia plastica ricostruttiva ha dato un contributo in tal senso per superare questo trauma, non possiamo non dire che sono stati fatti passi da gigante. Ma pensiamo anche alla ricostruzione del viso o degli arti dopo un evento traumatico, dopo un incidente oppure per malformazioni congenite". Così all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi componente dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità.

"La chirurgia moderna ha dato in questi casi esempi di grande professionalità - sottolinea - mietendo successi su successi. Oggi questa specialità è fondamentale nella nostra società. Non si può farne a meno, anzi. A mio giudizio, soprattuto nelle strutture pubbliche, classificate ed accreditate, ma anche in quelle autorizzate, andrebbe prevista una struttura corredata di tutto ciò che è necessario per gli interventi, per l'anestesia e per l'emergenza. La seconda cosa da valutare è la qualità, soprattutto quando si accreditano i centri privati convenzionati: la qualità e non solamente la disponibilità territoriale", precisa Vaia.

"Perché ci sia qualità - rimarca - servono criteri stringenti tesi alla salvaguardia della salute e della integrità fisica della persona, ma serve, in particolar modo, il controllo. Quello che io vedo carente sono infatti i controlli. Vanno aumentati dal livello centrale alle Regioni e alle Asl. E' questo - conclude Vaia - un obiettivo che va implementato che va perseguito da subito, senza aspettare altri morti dopo una liposuzione. Bisogna attivare con un immediatezza controlli su tutti i centri che operano sul territorio".

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