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Caltagirone racconta il declino dell'Impero Romano: "Tra ragione e fede, vinse la fede"

Cazzullo, 'Dalla guerra ai flussi migratori, oggi affrontiamo le stesse questioni con cui si confrontavano i Romani'

Caltagirone racconta il declino dell'Impero Romano:
23 maggio 2024 | 19.38
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"Il problema di un impero non è fare una conquista ma conservarla. E' la durata. E la qualità eccezionale dell'Impero Romano è stata la durata". Perché cadde l'Impero Romano? "Cadde perché nella lotta tra la ragione, ovvero Roma, e la fede, ovvero il Cristianesimo, vinse la fede. E da lì fu il Medioevo". A raccontare il declino dell'Impero Romano sul palco del Festival dell'Economia di Trento, è Francesco Gaetano Caltagirone, presidente del Gruppo Caltagirone, protagonista nella prima giornata del Festival Economia di Trento insieme con il giornalista del Corriere della Sera Aldo Cazzullo, a dialogo con Fabio Tamburini, direttore Il Sole 24 Ore, Radio 24 e Radiocor e presidente del comitato scientifico del Festival dell’Economia di Trento.

Seguito con interesse da una platea silenziosa, Caltagirone individua le tappe del declino dell'Impero. A partire da Caracalla per arrivare al Sacco di Roma. Caracalla "riconobbe a tutti la cittadinanza romana, un fatto dirompente: il romano, che è un gradino più su, diventa uguale agli altri, e gli altri reclamano autonomie" e "tutte queste autonomie hanno diviso l'impero. Trentadue usurpatori si proclamarono imperatori autonomi" e "da questo momento dobbiamo distinguere i romani dai romanizzati". Poi, la "deromanizzazione" con la creazione della seconda capitale, e il riconoscimento del cristianesimo, "una cosa nobile", ma "i cristiani si pongono come forza che vuole crescere politicamente".

La figura che ha accelerato di più il declino dell'Impero Romano? "Ambrogio, poi Sant'Ambrogio, tutore dell'imperatore ragazzino e inventore dell'intolleranza che porta, in pochi decenni, a distruggere i pagani". Infine, il Sacco di Roma. Da lì, l'obiettivo è cambiato: "L'obiettivo dell'Impero Romano era governare e sviluppare; lo scopo degli imperi cristiani è convertire il mondo, quello degli imperi protestanti è guadagnare", dice Caltagirone.

E pensare che invece, la tesi di Aldo Cazzullo, che condivide il palco con Caltagirone, "è che l'impero non è mai caduto". Ma su alcuni punti i due concordano: "Il cristianesimo rappresentò il capovolgimento del mondo romano", dei suoi simboli, dei suoi valori: dall'idea di povertà al suicidio, dall'omosessualità alla cultura del corpo fino al simbolo della croce, "finché Costantino capì che questa religione, che non si poteva estirpare, si poteva abbracciare, ma questa apertura probabilmente divenne un problema, di pari passo con la crisi militare".

"Oggi - continua Cazzullo - ci stiamo confrontando con le stesse questioni con cui si confrontavano i Romani: flussi migratori, guerra permanente... L'occidente, come lo conosciamo oggi, è una costruzione che si erige sull'antica Roma, essere italiani è una responsabilità, responsabilità di essere all'altezza di quella storia e di quei valori".

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