
Collins Aerospace ha appena firmato un accordo con la Nato per la guerra elettronica
Un'ondata di attacchi informatici ha messo in ginocchio alcuni dei principali aeroporti d'Europa negli ultimi giorni. Heathrow, Bruxelles e Berlino hanno dovuto fare i conti con sistemi di check-in in tilt e bagagli bloccati, causando un effetto domino di ritardi e cancellazioni che ha lasciato migliaia di passeggeri a terra.
Il problema? Una vulnerabilità nei sistemi forniti da Collins Aerospace, l'azienda che, e forse non è un caso, ha appena vinto l’appalto con la Nato per una delle sue tecnologie più sensibili: la piattaforma Ewpbm per la guerra elettronica.
La tecnologia nel mirino degli hacker
Dietro a questo acronimo da scioglilingua, c'è l'Electronic Warfare Planning and Battle Management: si tratta del cervello digitale che coordina tutte le operazioni di guerra elettronica militare, dalla pianificazione all'esecuzione sul campo. Il software raccoglie dati da intelligence, operazioni e sistemi digitali per creare quello che gli esperti chiamano una "Recognized Electromagnetic Picture" - una mappa in tempo reale dello spettro elettromagnetico che aiuta i comandanti a identificare minacce come jamming, spoofing e intrusioni nemiche.
In sostanza, è il sistema che permette ai militari di "vedere" e contrastare le guerre invisibili che si combattono nelle onde radio e nei segnali digitali.
Il colosso dietro la tecnologia
Collins Aerospace fa parte di Rtx, nata nel 2020 dalla fusione tra Raytheon Company, storico colosso della difesa, e il ramo aeronautico di United Technologies Corporation (UTC), proprietaria di Pratt & Whitney e, appunto, Collins Aerospace. Questa unione ha dato vita a un gigante con competenze che spaziano dai motori per aerei ai sistemi di difesa avanzata, dai radar alla componentistica avionica. Negli ultimi anni Rtx ha beneficiato della crescita della spesa militare statunitense e internazionale, tanto da aver superato Boeing in borsa (211 miliardi di dollari contro 163 al 19 settembre), diventando il principale player aerospaziale americano per capitalizzazione. C’è poi Lockheed Martin, che rimane il contractor più grande degli Stati Uniti e del mondo nel settore difesa, con una capitalizzazione vicina a quella di Rtx e un ruolo dominante grazie a programmi come l’F-35.
Chi c'è dietro gli attacchi?
Gli esperti individuano tre categorie di possibili responsabili. I cybercriminali classici, quelli del ransomware, potrebbero aver puntato sugli aeroporti per massimizzare il caos e aumentare le possibilità di incassare riscatti milionari. C'è poi la pista dello spionaggio industriale: rubare i segreti di sistemi come l'Ewpbm varrebbe una fortuna sul mercato nero della tecnologia militare. Ma l'ipotesi più inquietante riguarda gli attori statali. Alcuni governi potrebbero aver orchestrato l'attacco per testare la resilienza delle infrastrutture occidentali o per inviare un messaggio politico chiaro: "Possiamo colpirvi quando vogliamo".
Un trend in crescita
Secondo SecurityAffairs, gli attacchi contro il settore dell'aviazione e i contractor della difesa sono aumentati del 600% tra il 2024 e il 2025. La causa? Una combinazione esplosiva tra strumenti di hacking sempre più sofisticati e una digitalizzazione accelerata che ha moltiplicato le superfici d'attacco.
Il caso Collins Aerospace dimostra come un singolo punto debole nella catena tecnologica possa mandare in tilt sia gli aeroporti civili che potenzialmente compromettere sistemi militari strategici.