Imprese, Mondini (Confindustria Liguria): "Infrastrutture e crisi Ilva frenano sviluppo"

13 dicembre 2025 | 16.45
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L’economia ligure si mantiene complessivamente stabile e in linea con l’andamento nazionale. La regione può contare sulla spinta della cosiddetta 'blue economy', forte di tre scali portuali tra i più importanti a livello internazionale, ma la rete infrastrutturale e la crisi dell'Ilva mettono un freno allo sviluppo. Questa la fotografia scattata dal presidente di Confindustria Liguria, Andrea Mondini, che all'Adnkronos spiega: "Le prime rilevazioni 2025 della Banca d’Italia, unite ai dati in possesso delle associazioni imprenditoriali, mostrano una tenuta del fatturato e della produzione industriale, un discreto andamento dell'industria manufatturiera, qualche incertezza nel settore dei servizi, che in altri anni è stato tra i più trainanti, ma comunque, in generale, un andamento stabile".

Il quadro, per il presidente di Confindustria Liguria, è "tutto sommato ottimista", malgrado le difficoltà dovute alle incertezze e alle tensioni geopolitiche e commerciali internazionali: "Gli imprenditori, nelle varie consultazioni che abbiamo fatto, hanno manifestato una prudente fiducia, pur in un contesto globale tutt’altro che semplice". A trainare la regione è principalmente la blue economy, settore cardine del Pil regionale. I porti di Genova, La Spezia e Savona costituiscono una piattaforma logistica strategica nel Mediterraneo: scali diversificati, capaci di gestire traffico container, crociere, traghetti e merci liquide e solide. Genova, in particolare, si conferma un hub di riferimento, con grandi operatori come Msc, mentre a Savona è forte la presenza di Maersk e La Spezia continua a distinguersi per l’intermodalità. Accanto alla logistica, la cantieristica navale rappresenta un’altra eccellenza regionale: il distretto spezzino e quello genovese attraggono commesse da clienti internazionali di altissimo profilo, soprattutto nel settore degli yacht di lusso.

Oltre questi punti di forza, tuttavia, non mancano le criticità: il settore dei servizi, storicamente trainante, oggi appare meno brillante e un po' in sofferenza. E poi c'è una forte preoccupazione per la crisi dell'ex Ilva, da cui dipende una parte significativa dell’apparato produttivo genovese. Da giorni le tute blu sono in protesta contro il piano del governo che prevede il taglio della produzione di 200mila tonnellate di zincatura a Cornigliano. Accusano la mancanza di un progetto serio per il futuro dell’acciaio italiano e una riorganizzazione che, secondo i sindacati, equivale a una chiusura: questa "è una situazione che va avanti da quindici anni -commenta il presidente degli industriali-. Noi, come credo tutta la città di Genova, sosteniamo pienamente i lavoratori perché, non ho timore a dirlo, ci sono state gravissime colpe da parte di una certa politica industriale; non c'è mai stato un progetto per l'Ilva e i lavoratori sono stati presi in giro. Oggi serve una svolta, un cambio di passo accelerato che può essere di qualsiasi tipo. Genova può continuare a produrre, magari in forme nuove, anche cedendo alcune aree strategiche ad altri operatori per rilanciare il sito, ma il problema va risolto assolutamente".

A porre un freno a sviluppo e investimenti resta, poi, il nodo delle infrastrutture. La Liguria risente ancora delle conseguenze del crollo del Ponte Morandi, evento che ha imposto controlli più severi e messo in luce una rete autostradale tra le più fragili d’Italia: "Nei 300 chilometri da Spezia a Ventimiglia si concentra il 50% di gallerie e viadotti italiani", ricorda Mondini. Un dato dal quale si può avere un'idea di quale possa essere la frequenza dei cantieri, con le inevitabili ricadute su logistica e mobilità. Allo stesso tempo, molti grandi progetti, molti dei quali finanziati, ma fermi, attendono l’avvio: tra questi la Gronda di Genova, che il presidente di Confindustria Liguria definisce "la madre di tutte le opere". Senza di essa, avverte, "tra dieci o vent’anni la situazione rischia di diventare insostenibile".

Osservando nel dettaglio la realtà imprenditoriale del territorio, la Liguria, come il resto del Paese, è composta per il 95% da piccole e medie imprese, accanto a grandi campioni dell’industria, tra cui Ansaldo, Piaggio, Alstom e Fincantieri. In questo contesto, c'è la necessità di sostenere l’innovazione e la digitalizzazione delle pmi. Proprio in questa ottica, Confindustria sta promuovendo nuove filiere di collaborazione tra 'big company' e fornitori locali. Un esempio è il recente bando di Leonardo, che ha aperto il dialogo con circa novanta aziende liguri per rafforzare la catena della fornitura elicotteristica. Iniziative simili sono in corso con Ansaldo Energia e altri gruppi strategici.

Un ruolo importante lo hanno anche le amministrazioni locali. Il giudizio sui rapporti tra imprenditoria e istituzioni è complessivamente positivo, anche dopo i rinnovi seguiti alle elezioni amministrative 2024-2025: "In Liguria -spiega Mondini- c’è sempre stata un’interlocuzione efficace, indipendentemente dal colore politico". Ne sono un esempio la collaborazione con l’ex sindaco di Genova Marco Bucci, oggi alla guida del governo regionale e con l’attuale amministrazione comunale di Genova guidata da Silvia Salis. Specie dal punto di vista dell'impiego di fondi europei: "La Liguria -dice- utilizza in modo efficiente le risorse dei programmi settennali e il mondo delle associazioni collabora molto nella definizione delle priorità di investimento. Si tratta -ammette- di un risultato non scontato".

Durante il suo mandato alla guida della Confidustria ligure, infine, non sono mancati momenti particolarmente difficili: "Dopo la tragedia del Ponte Morandi -ricorda il presidente- ci siamo ritrovati con una città isolata e un porto paralizzato; è stato necessario lavorare subito per tutelare imprese e occupazione". Un'esperienza "umanamente enorme", che tuttavia porta con sé anche degli elementi positivi: "Stando a contatto le aziende, spesso a conduzione familiare, ho trovato sempre grande etica ed estrema trasparenza". E tra le cose che Mondini rivendica di aver contribuito a creare, con il suo impegno, è l'aver rafforzato il dialogo tra imprese, università e istituzioni: "Credo -dice- di aver contribuito alla costruzione di un ecosistema sano, capace di lavorare insieme. E di aver aiutato a creare un buon clima".

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