Pensioni, Cgil: "Toccare il Tfr vuol dire colpire diritti conquistati con il lavoro"

La segretaria confederale Lara Ghiglione all'AdnKronos: "La flessibilità in uscita è stata progressivamente azzerata, e anziché eliminare l'importo soglia prospettano soluzioni da far pagare ai lavoratori. Continueremo a batterci"

Pensioni, Cgil:
25 agosto 2025 | 14.23
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“Il Governo continua a non dire la verità sulle pensioni e propone soluzioni che non hanno alcun senso. L’idea di utilizzare il Tfr per garantire la flessibilità in uscita è profondamente sbagliata: significherebbe far pagare direttamente a lavoratrici e lavoratori il costo della pensione anticipata. Ma il Tfr non è un fondo da usare a piacimento, è salario differito, parte integrante della retribuzione, e toccarlo vuol dire colpire diritti certi conquistati con il lavoro". Lo dichiara Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, all'AdnKronos, commentando la proposta del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.

“Questo Governo – prosegue Ghiglione – aveva promesso il superamento della legge Fornero. La verità è esattamente l’opposto: la flessibilità in uscita è stata progressivamente azzerata, come dicono chiaramente i dati Inps. Dal 2022 ad oggi la soglia economica per andare in pensione anticipata con il contributivo è stata innalzata da 2,8 volte l’assegno sociale (da circa 1.300 euro) a 3 volte (poco più di 1600 euro), e nel 2030 arriverà a 3,2 volte (più di 1.700 euro). Parliamo di un aumento di oltre 400 euro al mese: un muro invalicabile che cancella di fatto ogni possibilità di pensionamento a 64 anni per chi ha carriere povere e discontinue".

E così, sottolinea la Cgil, anziché eliminare l’importo soglia si prospettano soluzioni da far pagare a lavoratrici e lavoratori.

“Mentre alzano i requisiti per la pensione – continua la segretaria confederale della Cgil – i salari fanno fatica a crescere e con questo Governo i rinnovi contrattuali dei pubblici hanno recuperato a mala pena un terzo dell’inflazione cumulata in questi anni. In altre parole, mentre cresce il costo della vita e viene smantellata la flessibilità in uscita, chi lavora si trova a guadagnare meno oggi e ad avere meno prospettive di pensione domani".

“E poi su Opzione Donna arriviamo al ridicolo – incalza Ghiglione – dopo aver azzerato la misura da quando sono al Governo, modificando profondamente i requisiti di accesso e restringendo la platea delle beneficiarie a qualche unità, oggi si annuncia una nuova proposta come se fosse una conquista. Le donne sanno bene cosa è stato fatto: promesse tradite, tutele cancellate e nessuna vera attenzione al lavoro femminile".

“La verità è che i lavoratori e le lavoratrici sanno bene cosa è stato fatto sulle pensioni – conclude Ghiglione – perché basta guardare i numeri Inps. Siamo di fronte a un Governo che non mantiene le promesse, che colpisce chi lavora due volte: prima non facendo nulla per aumentare i salari reali, poi cancellando la possibilità di andare in pensione in modo dignitoso. Continueremo a batterci per una vera riforma previdenziale, riportando nel sistema principi di equità e introducendo una vera flessibilità nel sistema previdenziale."

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