
Le stime di Assoenologi, Uiv e Ismea. I dati confermano primato Italia su quantità ma per Frescobaldi (Uiv) "sarà difficile garantire valore ai viticoltori"
La vendemmia 2025 dovrebbe raggiungere i 47,4 milioni di ettolitri dunque dovrebbe registrare un incremento dell’8% rispetto alla scorsa campagna, con uve in salute che promettono un’annata molto buona o ottima in quasi tutte le aree e con punte di eccellenza. È quanto stima l’indagine vendemmiale 2025, realizzata attraverso un processo di armonizzazione delle metodologie adottate da AssoeAssoenologi, Unione italiana vini (Uiv) e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) presentate oggi al Masaf con la partecipazione del ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida.
Stando alle stime elaborate, l'aumento di produzione dovrebbe riportare i volumi in linea con la media degli ultimi anni dopo due annate particolarmente scarse (+2% sulla media 2024-2025). Un raccolto che conferma quindi il primato produttivo dell’ltalia, seguita nella classifica globale dai competitor europei Francia (37,4 milioni di ettolitri) e Spagna (36,8 milioni di ettolitri).
Si tratta comunque di un "quadro complesso dove l'Italia è protagonista in tutte le fasi della filiera siamo primi per export e produzione, secondi alla Francia per valore e terzi per consumi. Inoltre, le giacenze sono in linea con quelle dell'anno scorso,ed è già qualcosa che non siano aumentate" ha commentato Tiziana Sarnari, analista di Ismea, durante la conferenza stampa di presentazione. “Il vino italiano sta affrontando una fase complessa che vede una vendemmia positiva ma con mercato saturo e dazi Usa penalizzanti, seppure alla tariffa base del 15%. Nonostante un calo del 4% nei volumi di export nei primi cinque mesi del 2025 il valore si mantiene stabile a 3,2 mld sullo stesso periodo dello scorso anno" ha rimarcato Matteo Zoppas, presidente Ice.
"Facciamo festa per grandissima qualità ma riflettiamo quando ci troviamo qualcosa in più che non si riesce a vendere. Il 2025 è un’annata qualitativamente eccellente, ma non per le quantità. Alle attuali condizioni di mercato, sarà difficile garantire la giusta remunerazione alla filiera con una vendemmia da 47,4 milioni di ettolitri a cui si aggiungeranno verosimilmente circa 37 milioni di ettolitri di vino in cantina". E' quanto ha sottolineato il presidente di di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi intervenendo alla presentazione.
L'incremento della produzione si distribuisce in modo tutt’altro che omogeneo lungo la Penisola. A spingere la crescita è sicuramente il Sud, dove il raccolto registra un balzo a due cifre (+19%), trainata dalla performance della Puglia (+17%), grazie alla disponibilità idrica accumulata in primavera che ha consentito ai vigneti delle regioni meridionali di reagire bene alle ondate di caldo di giugno e agosto. E' quanto emerge dalle stime previsionali di Assoenologi, Unione italiana vini (Uiv) e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea).
Aumenta la produzione, anche se con quantità più contenute, anche il Settentrione, che vede nel Nord Ovest (+8%) la Lombardia in netta ripresa, con un +15% sullo scorso anno ma ancora a -8% rispetto alla produzione media 2020-2024. Risulta complessivamente in aumento anche la produzione dei vigneti del Nord Est (+3%), dove un’estate altalenante è stata preceduta da una primavera abbondantemente piovosa, che ha richiesto una gestione attenta delle fitopatie. In ordine, il Friuli-Venezia Giulia mette a segno l’incremento maggiore (+10%), seguito dal Trentino-Alto Adige (+9%) e Veneto (+2%), con una crescita molto limitata a fronte di un’annata 2024 in linea con la media del quinquennio.
Stabile l’Emilia-Romagna, divisa tra gli incrementi della Romagna e i cali, soprattutto nel peso delle uve, in Emilia. Negativo, infine, il segno del Centro (-3%), dove le performance di Umbria (+10%), Marche (+18%) e Lazio (+5%) non riescono a compensare la perdita della Toscana (-13%), fisiologica dopo un 2024 veramente abbondante.
Sul fronte della classifica regionale, con quasi 12 milioni di ettolitri e una quota di un quarto del raccolto made in Italy, il Veneto si conferma la principale regione produttiva italiana, seguita da Puglia e Emilia-Romagna, rispettivamente al 19% e 15%, per un totale complessivo del podio pari al 59% della produzione nazionale. Seguono nella top 5 Sicilia e Abruzzo, che fanno scivolare Piemonte e Toscana al sesto e settimo posto della lista.
Risultati più che positivi inoltre, se rapportati all'andamento della vendemmia in Europa. Dopo due annate dominate dalle preoccupazioni meteorologiche, torna a timidamente a crescere la produzione di vino anche sul versante europeo (+2,1%). A recuperare solo parzialmente le perdite dello scorso anno è la Francia, che si ristabilisce al secondo posto dopo l’Italia nella classifica dei produttori con una produzione da 37,4 milioni di ettolitri. Scende quindi di un gradino del podio la Spagna, che dovrebbe raccogliere 36,8 milioni di ettolitri. Seguono, a distanza, Germania e Portogallo, con rispettivamente 8,4 e 6,2 milioni di ettolitri.