
Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha risposto in Aula della Camera a diverse interrogazioni sul tema della tutela occupazionale e della decarbonizzazione dell’ex Ilva, oltre che sul rilancio del settore siderurgico nazionale. Nella prima interrogazione, a prima firma dell’On. Pastorino (Misto), viene chiesto al Ministro come verrà finanziato e attuato il piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva, come verranno garantiti gli attuali livelli occupazionali e tutelato l’ambiente. Il Ministro Urso ha risposto che il piano si fonda su due pilastri: la graduale sostituzione degli altoforni con tre forni elettrici, la realizzazione di impianti di preridotto (DRI) essenziali per alimentare i nuovi forni elettrici. Con il DRI si potrà produrre acciaio pulito e ad alto valore aggiunto destinato a settori strategici come l’automotive e le ferrovie. La realizzazione dei DRI è affidata a una società partecipata da Invitalia con un investimento pubblico iniziale di un miliardo di euro, interamente finanziato con fondi di coesione. Sul piano ambientale il recente rilascio della nuova autorizzazione ambientale del 17 luglio rappresenta un passaggio decisivo. Nella seconda interrogazione, a prima firma On. Bignami (FDI), viene chiesto al Ministro quali iniziative si intendano attuare per il rilancio del settore siderurgico nazionale in un’ottica di decarbonizzazione e rafforzamento dell’autonomia strategica dell’industria siderurgica. Il Ministro delle Imprese ha dichiarato che la siderurgia è il pilastro del made in Italy essendo funzionale a diversi settori strategici come cantieristica, nautica, automotive e altri. Per questo, il Governo ha stabilito un piano siderurgico nazionale. In questo senso vanno viste le iniziative prese a Terni con la sottoscrizione dell’accordo di programma con il Gruppo Arvedi per la produzione di acciaio green, due importanti investimenti a Piombino – Jindal e Metinvest - per oltre 3 miliardi di euro. Per realizzare gli ambiziosi obiettivi del piano siderurgico nazionale è necessario realizzare impianti di DRI, garantire un sufficiente volume di rottame ferroso per produrre altri tipi di acciaio, rivedere le regole europee che ad oggi non garantiscono un valido supporto alla siderurgia green.
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