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Intesa Sp, Papanicolaou: 'Dazi? Mediterraneo cruciale, nostro ruolo è facilitare sviluppo'

Il partenariato pubblico-privato? "E' la strada maestra"

Intesa Sp, Papanicolaou: 'Dazi? Mediterraneo cruciale, nostro ruolo è facilitare sviluppo'
24 maggio 2025 | 09.56
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Tensioni commerciali globali, venti di protezionismo e guerra dei dazi. In un contesto segnato da incertezza la regione del Mediterraneo assume un ruolo strategico di primo piano. Intesa Sanpaolo, forte della sua vocazione all'internazionalizzazione e del radicamento nel tessuto economico italiano, guarda a quest’area come a un crocevia fondamentale per lo sviluppo di nuovi corridoi commerciali. Lo spiega in un'intervista all'Adnkronos Paola Papanicolaou, alla guida dell'International Banks Division di Intesa Sanpaolo. "Il Mediterraneo non è solo uno spazio di opportunità per le imprese italiane, ma anche un territorio in cui la banca può contribuire concretamente al progresso economico e infrastrutturale dei Paesi partner. È in questo scenario che si consolida il ruolo di Intesa Sanpaolo come facilitatore di crescita sostenibile, innovazione e dialogo tra sponde". Papanicolaou è intervenuta ieri al terzo Marrakesh Economic Parliamentary Forum, organizzato dall'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (Pam) e ospitato Regno del Marocco.

Cosa può dare Intesa Sanpaolo alla regione del Mediterraneo e cosa la regione del Mediterraneo può dare intesa a San Paolo?

"La regione del Mediterraneo in questo momento è una geografia cruciale per la situazione complessiva geopolitica, mi riferisco in particolare alla questione dazi. Una collaborazione più intensa in quest'area geografica è fondamentale per andare ad aprire nuovi corridoi di sviluppo commerciale. Intesa San Paolo, essendo un player finanziario di riferimento in Italia e nell'ampia zona del Mediterraneo, può essere un abilitatore, un partner direi per le imprese, proprio per sviluppare e cogliere queste opportunità, ma non solo per le imprese".

Cioè?

"Lo possiamo essere anche in qualche modo per i Paesi, per i governi, perché tantissimi di questi Paesi della zona del Mediterraneo sono in una fase in cui stanno sviluppando anche importanti progetti infrastrutturali e dunque anche in questo noi siamo certamente un abilitatore fondamentale in sviluppi di questo tipo".

Intesa Sanpaolo ha accompagnato 15 imprese italiane negli Emirati Arabi Uniti, siete particolarmente attivi anche nell'area del Mediterraneo. Mentre molte altre banche si concentrano su strategie di consolidamento interno (risiko), voi sembrate proiettarvi con decisione verso l’esterno, pur restando una banca profondamente radicata nel contesto italiano

"Assolutamente, la nostra missione è quella appunto di accompagnare le imprese italiane nelle opportunità di sviluppo ove esse si trovano. Citava gli Emirati Arabi: in quel caso Stefano Barrese e i colleghi di Banca dei Territori con una delegazione di 15 imprese italiane hanno appunto facilitato questo interscambio, portando le eccellenze italiane nel mondo.

Vocazione?

"Sì, è un po' la nostra vocazione quella di accompagnare le imprese nel loro sviluppo e nel percorso di internazionalizzazione perché noi sappiamo che le aziende internazionalizzate hanno una maggiore resilienza economica, soprattutto in momenti appunto come questo in cui ci possono essere delle tensioni in determinate aree. E' dunque quanto mai necessario aprire nuove collaborazioni, nuove partnership, nuovi corridoi. Questo lo facciamo per le nostre imprese italiane all'estero ma noi siamo anche un facilitatore, diciamo, per le imprese estere che vogliono investire in Italia: la nostra presenza internazionale in 25 paesi fa sì che questo sia realisticamente possibile e fattibile".

Su quali Paesi avete un focus?

"Noi abbiamo un focus su tutti quei Paesi che hanno dei collegamenti e delle connessioni con l'Italia, proprio appunto in determinati settori: l'agribusiness, il settore energetico, le infrastrutture: si tratta di tutti settori nei quali vediamo un forte sviluppo, una forte focalizzazione, e noi proprio per vocazione sia della nostra azienda ma comunque dell'Italia in generale e dell'imprenditoria italiana in tutti questi Paesi di riferimento possiamo essere un player chiave".

Di quali Paesi si tratta nello specifico?

"Parliamo di tutti i Paesi europei che affacciano sul Mediterraneo, dell'Africa, Emirati Arabi e Arabia Saudita e così via".

Nell'incontro al Marrakesh Economic Parliamentary Forum è emerso come il partenariato pubblico-privato può essere un elemento cruciale per rispondere alle crisi commerciali in corso. Strada da seguire?

"Assolutamente, è la strada maestra. Il fatto di unire le forze attraverso gli investimenti di fondi pubblici ma anche il supporto finanziario privato direi che è la chiave soprattutto in un momento come questo per rispondere alle difficoltà. Attraverso l'organizzazione della nostra banca - citavo prima Banca dei territori ma anche la divisione Imi Corporate e la divisione delle banche internazionali - in tutte queste nostre tre dimensioni noi supportiamo le imprese e gli investitori privati per identificare anche i fondi corretti in questa collaborazione per avviare progetti che siano sostenibili e orientati a una crescita economica".

Un'ultima battuta, sembra chiaro che gli altri vogliono crescere in modo inorganico e voi puntiate forte sull'organico.

"L'organico è la via maestra, noi siamo sempre molto attivi in questo senso". (di Andrea Persili)

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