Ucraina, Zelensky: "Donetsk e la centrale nucleare di Zaporizhzhia sono i nodi irrisolti". Rutte: "Nato è il prossimo obiettivo di Putin"

Media: "Sabato incontro a Parigi con Usa, Kiev, Francia, Germania e Gb su piano di Trump". Lavrov: "Le idee dell'Europa non sono utili ai negoziati"

Soldati ucraini (Afp)
Soldati ucraini (Afp)
11 dicembre 2025 | 08.05
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Alti funzionari di Stati Uniti, Ucraina, Francia, Germania e Regno Unito si incontreranno sabato a Parigi per discutere il piano di pace di Trump. Lo scrive Axios citando fonti della Casa Bianca e una fonte ucraina, precisando che se tutti gli altri Paesi saranno rappresentati dai loro consiglieri per la Sicurezza Nazionale non è chiaro se il segretario di Stato Marco Rubio, che è anche il consigliere per la Sicurezza Nazionale di Trump, parteciperà ai colloqui a Parigi. Oggi, invece, la riunione dei Volenterosi.

Intanto il segretario generale della Nato Mark Rutte ha esortato oggi gli alleati a prepararsi a conflitti su grande scala, come le guerre combattute dai "nostri nonni e bisnonni" e ha insistito sul fatto che l'Alleanza Atlantica è il "prossimo obiettivo" del Presidente russo Vladimir Putin.

In un discorso, tenuto durante un evento della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, in occasione della sua visita in Germania, il leader della Nato ha ribadito la necessità di sostenere la sicurezza in Ucraina contro una Russia che, al di là del suo vicino, "potrebbe usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni". "Con la sua economia di guerra, la Russia potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni", ha affermato. Secondo Rutte, Mosca "ha riportato la guerra in Europa", quindi gli alleati "devono essere preparati a guerre su scala simile a quelle che i nostri nonni e bisnonni hanno dovuto sopportare", in un riferimento alle guerre mondiali che hanno devastato il continente nella prima metà del XX secolo.

La frustrazione di Trump

"Il presidente è estremamente frustrato con entrambe le parti in questa guerra", Kiev e Mosca, e "non vuole più parole, vuole azioni, vuole questa guerra arrivi a una fine" ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. A proposito del Nobel per la pace, aggiunge la portavoce, il presidente americano "ha dimostrato nell'ultimo anno di essere più che degno di vincerlo".

La Casa Bianca ha ribadito che i cerotti intravisti negli ultimi giorni sulla mano del presidente Donald Trump sono dovuti a semplici lividi provocati dalle frequenti strette di mano e dall'assunzione quotidiana di aspirina. "Il presidente stringe mani letteralmente in continuazione. Lo Studio Ovale è come Grand Central Terminal: incontra ogni giorno molte più persone di quante possiate immaginare", ha spiegato la portavoce Karoline Leavitt, durante il briefing con i giornalisti. Leavitt ha ricordato che Trump segue "una terapia quotidiana a base di aspirina, come indicato anche nei suoi esami fisici", elemento che può contribuire ai lividi visibili sulla mano. Una spiegazione già fornita dalla Casa Bianca lo scorso luglio, quando il presidente era stato visitato per un gonfiore alle gambe e gli era stata diagnosticata un’insufficienza venosa cronica.

Zelensky e i nodi sul piano Usa

"Abbiamo due punti chiave di disaccordo" ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando delle questioni "irrisolte" nei negoziati per porre fine al conflitto. "I territori del Donetsk, e tutto ciò che è correlato, e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Sono questi i due argomenti su cui continuiamo a discutere". "Perché l'altra parte della guerra non si ritira la stessa distanza nella stessa direzione?" si interroga il presidente ucraino. "Loro vedono le forze ucraine lasciare il territorio della regione di Donetsk e il supposto compromesso è che le forze russe non entrerebbero nel territorio che già chiamano zona libera economica", ha continuato parlando con i giornalisti, sottolineando di non avere il diritto "costituzionale" né "morale di cedere la terra ucraina, e che solo i cittadini ucraini devono avere l'ultima parola attraverso elezioni o referendum.

Gli Stati Uniti stanno spingendo per "una zona libera economica" smilitarizzata tra le truppe della Russia e dell'Ucraina nell'est del Paese come parte di un accordo per mettere fine alla guerra. "Vedono le forze ucraine che lasciano il territorio della regione di Donetsk e il supposto compromesso sarebbe che le forze russe non entrino in questo territorio che loro già chiamano una zona libera economica", ha spiegato il presidente ucraino nel briefing con la stampa oggi a Kiev. "Chi governerà questo territorio, che loro chiamano 'zona libera economica' o 'zona demilitarizzata', loro non lo sanno", ha aggiunto polemico il presidente ucraino, sottolineando che Kiev non ritiene che il piano sia giusto senza garanzie che le truppe russe non prendano semplicemente il territorio dopo il ritiro ucraino.

Riferisce, poi, di "colloqui costruttivi e approfonditi" con gli Stati Uniti su "uno dei tre documenti su cui stiamo lavorando, quello sulle garanzie di sicurezza". Nel post Zelensky ringrazia "anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte" ed esprime "grande apprezzamento per l'impegno attivo degli americani a tutti i livelli, non solo nel lavorare per la fine della guerra" innescata dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina, "ma anche per garantire la sicurezza dell'Ucraine e impedire una nuova invasione russa". "Questo - secondo il presidente ucraino - testimonia la serietà delle intenzioni dell'America e il suo focus chiaro sul raggiungimento di risultati". "Le garanzie di sicurezza sono tra gli elementi più critici per tutti i passi successivi. Abbiamo già avuto l'esperienza negativa del Memorandum di Budapest - incalza Zelensky -. Tutti lo ricordano, così come le volte in cui la Russia ha ripetutamente violato tutti gli altri suoi impegni". "Per questo - ripete - è cruciale che questo documento sulle garanzie di sicurezza fornisca risposte concrete alla principale preoccupazione degli ucraini: quali azioni intraprenderanno i partner se la Russia dovesse decidere di lanciare nuovamente la sua aggressione". "E' stato concordato - aggiunge Zelensky - che le squadre lavoreranno in modo attivo per garantire che, nel prossimo futuro, ci sarà una chiara comprensione delle garanzie di sicurezza".

"Se una parte deve ritirarsi e l'altra parte rimane dove è, allora cosa terrà ferme queste altre truppe, i russi?", ha argomentato Zelensky. "O cosa li fermerà di fingersi civili e prendere il controllo di questa zona libera economica? - ha continuato - questo è tutto molto serio. Non è un fatto che l'Ucraina accetterebbe, ma se parliamo di compromesso allora deve essere un compromesso giusto".

Zelensky ha sottolineato che in questo accordo alla Russia non verrebbe chiesto di ritirarsi dalla regione di Donetsk o dalle sue posizioni nelle regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia, ma dovrebbero ritirare le truppe dalle regioni di Kharkiv, Dnipropetrovsk e Sumy. Il presidente ucraino afferma che ogni possibile compromesso territoriale dovrà essere deciso da un voto popolare. "Credo che il popolo dell'Ucraina risponderà a questa domanda", ha detto durante un incontro con i giornalisti, sottolineando che se questo sia "attraverso elezioni o un referendum, dovrà essere una posizione che viene dal popolo ucraino".

Nella bozza di un possibile accordo di pace per la fine del conflitto, spiega Zelensky secondo quanto riporta Rbc-Ukraine, è stata concordata una clausola sui numeri delle Forze Armate ucraine e prevede il mantenimento della circa 800.000 unità attuali.

"Gli Stati Uniti, dopo ripetuti negoziati con la parte russa, ritengono che un cessate il fuoco totale" per porre fine al conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina "possa arrivare solo con la firma di un accordo quadro". "Non è un segreto che i russi non accetteranno un cessate il fuoco se non si arriverà a un accordo - ha affermato Zelensky parlando con i giornalisti - La nostra posizione non è cambiata. Crediamo sia necessario un cessate il fuoco. Ma l'informazione che riceviamo è esattamente questa: l'unica opzione per un cessate il fuoco è la firma di un accordo quadro".

Medvedev: "Referendum proposto da Zelensky è dito medio a Usa"

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha accusato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di voler "rallentare i negoziati" proponendo un referendum sulla questione dei territori contesi nell’ambito del processo di pace. Zelensky ha "mostrato il dito medio alla Casa Bianca - ha scritto su X - Tutti capiscono che un referendum territoriale in Ucraina rallenterà i negoziati. È esattamente ciò che vuole ottenere il clown di Kiev. Per quanto tempo ancora tollererai tutto questo, America?".

I temi al centro della riunione dei Volenterosi

La possibilità che l'Unione Europea utilizzi i beni russi congelati per sostenere l'Ucraina, rende noto Downing Street, è stata uno dei temi centrali della riunione odierna della "coalizione dei volenterosi". Durante la videoconferenza gli alleati di Kiev hanno discusso dei "progressi compiuti nella mobilitazione dei beni sovrani russi congelati". Nel resoconto britannico vengono elencati anche gli altri punti affrontati: un aggiornamento del Regno Unito sul lavoro svolto nell'ambito del piano di pace guidato dagli Stati Uniti - con incontri questa settimana con Francia, Germania e Ucraina - e un briefing ucraino sui continui attacchi russi contro le infrastrutture civili.

Downing Street evidenzia inoltre i "significativi progressi" nel "far morire di fame la macchina da guerra russa" attraverso sanzioni e un’applicazione più rigorosa delle misure, insieme al sostegno a Kiev. La riunione ha infine ribadito il "momento cruciale" per l’Ucraina e per la sicurezza dell’area euro-atlantica, così come "l’importanza" di garantire un continuo finanziamento militare al Paese.

"Ho incontrato i partner della Coalizione dei Volenterosi durante una settimana molto intensa di colloqui di pace" scrive la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen in un post su X, sottolineando come "la prossima settimana sarà decisiva". "Nonostante le pressioni, rimaniamo assolutamente fermi nel nostro obiettivo: raggiungere una pace giusta e sostenibile per l'Ucraina".

"Sostenibile significa che qualsiasi accordo di pace non deve contenere i semi di futuri conflitti e destabilizzare l'architettura di sicurezza europea in senso lato - ha aggiunto - Abbiamo anche discusso della necessità di garanzie di sicurezza solide e credibili. Ho aggiornato i leader sul nostro lavoro per garantire il finanziamento dell'Ucraina per il 2026-2027. Le nostre proposte sono sul tavolo e il senso di urgenza è chiaro a tutti".

Mosca rivendica la presa di Siversk, esplosione a Kiev

La Russia ha annunciato la presa di Siversk, nell'est dell'Ucraina, considerata uno degli ultimi snodi difensivi a ostacolare l'avanzata verso le grandi città di Kramatorsk e Sloviansk. La caduta del centro abitato rappresenterebbe un passo significativo per le forze russe sul fronte del Donetsk.

Il presidente Vladimir Putin è stato informato dai vertici militari del "trasferimento completo di Siversk sotto il nostro controllo", ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass.

Una persona è morta a causa di un'esplosione nel distretto di Darnytskyi della capitale ucraina Kiev. "Secondo le prime notizie, una persona è morta e un'altra è rimasta ferita a causa dell'esplosione di un ordigno", hanno reso noto dal Dipartimento per l'Informazione della Polizia di Kiev. 

Lavrov: "Russia ha presentato a Usa ulteriori proposte su garanzie sicurezza"

Nell’ambito dei negoziati, la Russia ha presentato agli Stati Uniti ulteriori proposte riguardanti garanzie di sicurezza collettive, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov durante un tavolo di lavoro all’ambasciata russa, sottolineando che le trattative attuali sono focalizzate su un “regolamento a lungo termine per affrontare le cause profonde del conflitto”.

Secondo Lavrov, la diplomazia occidentale ostacola il dialogo. “Registriamo un’enorme quantità di speculazioni e messaggi distruttivi, volti a complicare il processo di negoziazione e a prolungare il conflitto”, ha affermato. A suo giudizio, l’Europa sta usando la crisi ucraina per distrarre l'opinione pubblica da altre questioni globali, come il conflitto israelo-palestinese, senza affrontare le cause reali della guerra.

Lavrov ha inoltre criticato la strategia occidentale nei confronti di Mosca. “Il piano occidentale di anti-russo attraverso l’Ucraina è fallito. L’Europa vuole già seminare i semi di un nuovo conflitto, e se dovesse scegliere la via della guerra, la Russia è pronta a rispondere immediatamente”, ha avvertito.

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