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Attacco Israele a Iran, morto il falco dei Pasdaran Hossein Salami: chi era

Maestro nella guerra psicologica e nell'uso della propaganda, è stato ucciso nelle scorse ore

Hossein Salami - Fotogramma /Ipa
Hossein Salami - Fotogramma /Ipa
13 giugno 2025 | 09.19
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Non solo discorsi infuocati contro Israele, ma anche la responsabilità di aver ordinato, nell'aprile dello scorso anno, il primo attacco con 300 droni e missili contro il ''nemico giurato dell'Iran''. Questo era Hossein Salami, il capo dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione iraniana, ucciso nelle scorse in un attacco israeliano a Teheran. Nella notte tra il 13 e il 14 aprile del 2024, poco più di un anno fa, la televisione di stato iraniana lo aveva mostrato mentre ordinava alle sue forze di lanciare l'operazione contro Israele, il primo di questo genere condotto da Teheran.

Chi era il 'falco' Hossein Salami

Alto funzionario vicino alla Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, 'il falco' dei Pasdaran Salami era noto per le sue invettive contro Israele e l'Occidente, tanto da essere considerato un 'maestro nella guerra psicologia' e nell'uso della propaganda. "Se commettete il minimo errore, vi apriremo le porte dell'inferno", aveva ammonito il mese scorso parlando di un eventuale attacco all'Iran da parte di Israele o degli Stati Uniti. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe "allenarsi a nuotare nel Mar Mediterraneo" perché potrebbe essere costretto a fuggire dal suo Paese, aveva affermato in precedenza. Aveva anche detto che esistema ''un terreno fertile'' per ''l'annientamento e la distruzione del regime sionista''.

Nato il 14 maggio del 1960 a Golpayegan, nella provincia di Esfahan nell'Iran centrale, Salami era stato combattente nella guerra Iran-Iraq (1980-1988) nel corpo dei Guardiani della Rivoluzione. Già comandante dell'aeronautica dei Pasdaran, era stato oggetto di sanzioni da parte del Dipartimento del Tesoro statunitense, dell'Unione europea e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Secondo in comando delle Guardie rivoluzionarie per nove anni, è stato nominato capo dei Pasdaran da Khamenei nel 2019, dopo che il presidente americano Donald Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dal Jcpoa, l'accordo sul programma nucleare iraniano, e in un periodo in cui il governo di Teheran ha avviato importanti cambiamenti nella leadership dell'organizzazione.

Salami, che secondo gli analisti era riuscito a scalare i vertici dei Pasdaran grazie alle fiducia che Khamenei riponeva in lui, faceva anche parte del Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale, presieduto dal presidente iraniano Massoud Pezeshkian. La funzione di questo organo è quella di riferire direttamente alla Guida Suprema Khamenei su questioni militari, di sicurezza e di politica estera.

Fondate nel 1979 poco dopo la Rivoluzione Islamica, le Guardie della Rivoluzione contano, secondo l'Istituto Internazionale di Studi Strategici (Iiss), circa 125mila membri sotto la diretta autorità di Khamenei. A differenza dell'esercito nazionale, il loro ruolo principale non è proteggere il territorio iraniano, ma piuttosto "la Rivoluzione e le sue conquiste", secondo la Costituzione.

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