Netanyahu: "Non c'è fame a Gaza, senza aiuti israeliani non ci sarebbero i gazawi"

Il premier israeliano respinge le accuse di aver causato una carestia: "Abbiamo fornito 1,9 milioni di tonnellate di cibo dall'inizio della guerra"

Bimbo con scodella vuota in attesa di cibo a Gaza - Afp
Bimbo con scodella vuota in attesa di cibo a Gaza - Afp
28 luglio 2025 | 09.38
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"Non c'è fame a Gaza". Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto alle accuse di star causando una carestia nella Striscia, liquidandole come "completamente false".

"Abbiamo consentito l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza fin dall'inizio della guerra. Altrimenti, non ci sarebbero abitanti a Gaza. Ciò che impedisce l'arrivo di aiuti umanitari è una sola forza: Hamas. Ancora una volta, questo è un capovolgimento della verità. Hamas deruba, ruba gli aiuti umanitari e poi accusa Israele di non fornirli."

Ha aggiunto: "Abbiamo fornito la quantità richiesta dal diritto internazionale. Ci sono centinaia e centinaia di camion carichi di tonnellate di aiuti. Finora, abbiamo fornito 1,9 milioni di tonnellate di cibo dall'inizio della guerra, quasi due milioni di tonnellate. E ora ci sono centinaia di camion in attesa sul lato di Gaza del valico di Kerem Shalom".

Houthi: "Attaccheremo qualsiasi nave che collabori con Israele"

Intanto i ribelli Houthi del movimento yemenita Ansar Allah fanno sapere che attaccheranno le navi di tutte le compagnie che lavorano con i porti israeliani nel raggio d'azione delle loro armi. "Le forze armate dello Yemen hanno deciso di attivare le loro operazioni militari a sostegno dei palestinesi e di iniziare ad attuare la Fase Quattro del loro blocco navale - ha dichiarato il portavoce militare del movimento, Yahya Saree - prendendo di mira tutte le navi appartenenti a qualsiasi compagnia che abbia rapporti con i porti israeliani, indipendentemente dalla nazionalità o dalla destinazione e ovunque possano essere raggiunte dai nostri missili e droni".

Saree ha raccomandato a tutte le compagnie marittime di cessare la cooperazione con i porti israeliani. Ha invitato tutti i Paesi a fare pressione su Israele affinché ponga fine alla sua aggressione nella Striscia di Gaza e revochi il blocco dell'enclave sotto assedio.

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