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Israele-Iran, Litvak: "Possibilità accordo su nucleare vicine allo zero"

Il professore dell'Università di Tel Aviv: "Il mio timore è che una volta conclusa la guerra gli iraniani si affretteranno a produrre la bomba"

(Afp)
(Afp)
14 giugno 2025 | 15.54
LETTURA: 2 minuti

Le possibilità che si arrivi ad un accordo sul programma nucleare iraniano dopo i raid israeliani, così come vorrebbe Donald Trump, sono prossime allo zero. E anzi c'è il rischio che, una volta concluso il conflitto, l'Iran si affretti a sviluppare la bomba. Questo quello che pensa Meir Litvak, professore di storia del Medio Oriente all'Università di Tel Aviv e grande esperto di Iran.

"Le possibilità di un accordo in questo momento sono tra zero e pochissime - dice all'Adnkronos, in un riferimento alla possibilità, finora esclusa da Teheran, di tornare al tavolo del negoziato con gli americani in Oman per il sesto round di colloqui - Gli iraniani sono furiosi e accusano gli Stati Uniti di aiutare Israele, quindi non si siederebbero con gli americani".

"Inoltre - afferma Litvak - il mio grande timore è che una volta che questa guerra finirà, nel giro di settimane o mesi, gli iraniani si affretteranno a produrre la bomba", un risultato opposto a quello che i realtà si vorrebbe ottenere.

Litvak commenta poi l'appello del premier Benjamin Netanyahu agli iraniani perché approfittino di questa occasione per ribellarsi agli ayatollah. "Anche se molti potrebbero essere felici di vedere il regime subire colpi e, si spera, essere umiliato, dubito che si solleverà in questo momento - spiega l'esperto - In primo luogo c'è il timore delle misure repressive usate durante una guerra, in secondo luogo potrebbe essere visto come un tradimento da molti che si oppongono alle lotte interne durante le guerre, e in terzo luogo non credo che a loro interessi Netanyahu".

Infine, Litvak parla dell'atteggiamento del presidente americano Donald Trump, che nelle settimane scorse era sembrato propenso a seguire la via diplomatica con l'Iran, tentando di mettere un freno alla volontà di 'Bibi' di chiudere la partita con un'azione militare. "Almeno pubblicamente, Trump sostiene la mossa israeliana dicendo che gli iraniani non hanno ascoltato il suo ultimatum e che ora è l'occasione per rilanciare i colloqui perché lui può risolvere il problema. Ma - avverte - ricordiamoci che Trump può cambiare opinione tra due giorni".

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