Fioroni: "Via gli egoismi nazionali, servono gli Stati Uniti d'Europa" - Video

24 ottobre 2025 | 18.50
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"L'Europa deve saper mettere da parte preoccupazioni e egoismi nazionali per ragionare di bene comune". Così l’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni a margine del convegno ‘Ripensiamo l'Europa’ a Palazzo Valentini. È importante “ricordare la straordinaria attualità di quel lascito che De Gasperi e i grandi Adenauer e Schumann hanno fatto all'Europa e al mondo: dare vita a una istituzione, quella degli Stati Uniti d'Europa, che è fonte di pace, garanzia di crescita, di sviluppo e di progresso. Purché si abbia il coraggio di portare avanti quei valori per i quali serve un'Europa con più politica”, “fare una politica di difesa estera comune, eleggere un Presidente della Commissione Europea in grado di poter operare e saper mettere da parte le preoccupazioni e gli egoismi nazionali, per ragionare di bene comune, come i fondatori dell'Europa avevano in testa”.

"In questo scenario complesso di geopolitica, dove il mondo rivive scenari sempre più crudeli e crudi di guerra e di devastazione, l'Associazione Nazionale Democratici Cristiani ha voluto ricordare la straordinaria attualità di quel lascito che De Gasperi e i grandi Adenauer e Schuman hanno fatto all'Europa e al mondo: dare vita a una istituzione, quella degli stati uniti d'Europa, che è fonte di pace, garanzia di crescita, di sviluppo e di progresso. Purché si abbia il coraggio di portare avanti quei valori per i quali serve un'Europa con più politica”.

Sul fronte della politica interna, riflettori puntati sul centrosinistra: "Sono uscito dal Partito democratico perché avevo chiara l'intenzione, legittima, della segreteria nazionale di riunire le cento sfumature di rosso. Il Pd era nato per mettere insieme l’ispirazione dei cattolici impegnati in politica, della sinistra, dei liberaldemocratici e i riformisti. Ha scelto legittimamente un'altra strada", dice Fioroni.

"Credo sia sempre più difficile, nel Pd ma anche in un duopolio con i Cinque stelle, trovare uno spazio reale per le ragioni dei tanti liberali, cattolici e liberaldemocratici che si vogliono impegnare in politica. Se pure in Toscana vota meno del 50% prima o poi si dovranno domandare il perché", conclude.

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