"Se mia figlia mi offre un caffè rischia 20 anni di carcere", lo sfogo di Francesca Albanese

La relatrice speciale dell'Onu sottoposta a sanzioni dagli Stati Uniti spiega le ripercussioni delle misure: "Sono accusata di essere una minaccia per l'economia globale, chi ha rapporti con me è soggetto a sanzioni penali e pecuniarie"

Francesca Albanese - Ipa
Francesca Albanese - Ipa
04 settembre 2025 | 16.24
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"Sono accusata di essere una minaccia per l'economia globale", per questo, "in conseguenza dell'ordine esecutivo del segretario di Stato Marco Rubio, le persone che hanno rapporti con me, in particolare dal punto di vista finanziario, possono essere soggette a sanzioni penali e pecuniarie fino a un miliardo e a 20 anni di carcere" e questo significa, per esempio, che "mia figlia" che è cittadina statunitense "è tecnicamente passibile di arresto per avermi comprato un caffè". Lo dice Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui territori palestinesi, in una conferenza stampa promossa da Avs al Senato nella quale spiega gli effetti delle sanzioni dell'amministrazione Usa nei suoi confronti in particolare dal punto di vista economico.

"Questo - aggiunge - ha creato il gelo intorno a me non per mancanza di fiducia ma per l'atteggiamento di minaccia dell'amministrazione Usa". Amministrazione che "ha preso di mira la Corte penale accusandola di mettere in pericolo l'amministrazione Usa e questa è un'accusa assurda". "L'attacco a me è un attacco alle Nazioni Unite", conclude Albanese.

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