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Simion a Roma: "Con Meloni e Salvini conquisteremo le istituzioni europee"

Il candidato romeno: "Sono nella città di Traiano, ma ora basta imperi, voglio l'Europa delle nazioni sovrane"

George Simion e Matteo Salvini a Roma
George Simion e Matteo Salvini a Roma
14 maggio 2025 | 18.43
LETTURA: 3 minuti

"Salve, cari amici. Sono arrivato nella Città Eterna, a Roma, dove questo pomeriggio incontrerò i romeni che vivono in Italia. Incontrerò anche il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, e il vicepresidente Matteo Salvini. Sono nostri buoni amici in questi anni in cui abbiamo costruito insieme, a livello europeo, un movimento sovranista, patriottico, conservatore”. Esordisce così nel suo video su Facebook George Simion, leader dell’Aur, che domenica sfiderà il sindaco di Bucarest Nicusor Dan al secondo turno delle elezioni presidenziali. Si tratta di un bis dopo che la Corte costituzionale romena ha annullato il primo turno che si era tenuto a novembre 2024, e che aveva visto il balzo al primo posto di Calin Georgescu, poi indagato con l’accusa di azioni anticostituzionali e illeciti nei finanziamenti elettorali e dunque escluso dalla corsa elettorale.

'Anche in Polonia vincerà Nawrocki'

Continua Simion nel video, in cui sullo sfondo si vede la basilica di San Giovanni, mentre si dirige verso Palazzo Brancaccio dove incontrerà la comunità romena in Italia insieme a Matteo Salvini: “Siamo un movimento che conquisterà il potere anche nelle istituzioni europee. Come vedete, non siamo affatto isolati. Ho iniziato la giornata incontrando il presidente in carica della Polonia, Andrzej Duda, mentre ieri pomeriggio ho sostenuto il suo successore, che vincerà le elezioni – anche in Polonia si vota per le presidenziali domenica. Karol Nawrocki, un vero indipendente, un uomo che combatte per la nazione polacca, proprio come noi lottiamo per la nazione romena”.

Passa poi all’appello e alle accuse contro il rivale: “Vorrei richiamare ancora una volta l’attenzione – e lo ripeto – di coloro che stanno dietro Nicușor Dan. Non proseguite con i vostri piani di frode elettorale, non fate votare più volte le stesse persone, non inventate voti. Finirete per essere indagati per frode nelle cariche pubbliche e sarete esclusi dalla pubblica amministrazione”.

'Sono nella città di Traiano, ma ora basta imperi'

Dopo altre accuse sui mancati confronti tra i due candidati, il leader di Aur congeda i suoi seguaci: “Vi saluto da qui, da dove l’imperatore Traiano ha costruito la Colonna e da dove un tempo era la capitale dell’Impero. Io non voglio più imperi, voglio che viviamo in un’Europa delle nazioni sovrane. Credo che vi siate convinti di molte cose in queste settimane, in questi mesi: la Romania si è svegliata."

Il riferimento è doppio: da una parte associa l'attuale Unione Europea a un impero, che è un'accusa spesso mossa da parte dei movimenti che si oppongono alla cessione di sovranità alle istituzioni comunitarie. Dall'altra rievoca la conquista della Dacia, la regione che corrisponde alla moderna Romania, da parte dell’imperatore Traiano intorno al 100 dopo Cristo. La Dacia divenne una provincia dell’impero e per celebrare la vittoria Traiano fece costruire la celebre colonna nel Foro che racconta, come un fumetto scolpito, l’intera campagna.

La conquista della Dacia e la successiva colonizzazione romana sono considerate, nella narrazione nazionale romena, l’origine del popolo romeno: una fusione tra i Daci (popolazione autoctona) e i coloni romani, da cui deriva la lingua (il romeno è infatti una lingua neolatina) e l’identità storica della nazione. Il motto spesso usato nei contesti nazionalisti è "Noi siamo romani" o "Discendiamo da Roma". Per questo motivo, Traiano è visto come un "padre simbolico" della nazione romena, e viene spesso evocato nei discorsi a sfondo patriottico o identitario. Simion però non aderisce completamente a questo immaginario: è più vicino ai legionari ispirati da Codreanu, che hanno privilegiato una narrazione etnico-spirituale basata sull’elemento dacico (indigeno), ortodosso e rurale della nazione. Per loro, il popolo romeno non derivava tanto dalla civiltà razionale e imperiale di Roma, quanto da una fusione mistica e arcaica con le radici locali e il cristianesimo ortodosso.

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