Stato palestinese, Gruber provoca e Fini risponde: "Lei si diverte a chiedermi se è giusto o sbagliato, ma..."

L’ex presidente della Camera, ospite a 'Otto e Mezzo' su La7, ha chiarito la sua posizione: “Sono pro al riconoscimento, ma oggi sarebbe un gesto simbolico"

Lilli Gruber e Gianfranco Fini a 'Otto e Mezzo'
Lilli Gruber e Gianfranco Fini a 'Otto e Mezzo'
25 settembre 2025 | 01.14
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Ospite di Lilli Gruber a 'Otto e Mezzo' su La7, l'ex leader di An ed ex presidente della Camera Gianfranco Fini ha risposto in diretta alle provocazioni della giornalista sulla questione del riconoscimento dello Stato palestinese. Alla domanda sulla posizione attuale dell’Italia, Fini ha reagito infastidito: “Lei si diverte a chiedermi semplicemente giusto o sbagliato, ma bisogna fare un’analisi”.

L’ex presidente della Camera ha chiarito la sua posizione: “Sono pro al riconoscimento dello Stato palestinese, ma oggi sarebbe un gesto simbolico. Non c’è una leadership palestinese con cui Israele possa interfacciarsi. Non si possono liquidare questioni serie con alzate di spalle”, sottolineando la complessità del contesto internazionale.

"La destra non è mai stata contro il diritto dei palestinesi ad avere la loro patria, e Giorgia lo sa benissimo. Riconoscere lo stato palestinese è un dovere, ma attenzione al contesto in cui accade. Farlo in questo momento è un gesto fortemente simbolico. Ma attenzione a un possibile rimbalzo negativo di un provvedimento giusto", ha continuato Fini.

"Su Gaza, che sia genocidio o strage di massa - ha poi sottolineato - non mi impicco alle parole, ma dobbiamo cercare di porre rimedio".

E riguardo alla Flotilla, "non userei il verbo 'attaccati', era più un'azione di disturbo. La loro è un'iniziativa umanitaria lodevole, ma chiaramente con insegne di tipo politico, e non ci trovo nulla di male. Aiutare è un dovere morale e politico. Non drammatizziamo tutto ciò che accade. Come i cortei, ci possono essere cialtroni".

Per quanto riguarda invece il clima che si respira in Italia, "in questo momento non vedo nel Paese un clima da anni di piombo. Li ho visti, li ho vissuti, amici sono morti. Oggi si è qualitativamente abbassato il livello del dibattito politico, tanto a destra quanto a sinistra; sembra regredita. Non evocherei mai le Brigate rosse, come mi auguro che nessuno a sinistra evochi stragi fasciste".

Sul fronte Usa, spiega ancora Fini, "non conoscevo Charlie Kirk. Sono ignorante, non ne avevo mai sentito parlare. Non so cosa ci sia di sbagliato ricordare una persona che è stata assassinata, anche alla Camera e a prescindere dal colore politico".

Mentre per quanto riguarda la premier, "non vedo un appiattimento di Meloni su Trump o Netanyahu. La politica internazionale si fa con gli atti concreti". "Sono sempre stato con il presidente del Consiglio e la voterò ancora", assicura l'ex presidente della Camera che però precisa: ''Su alcune questioni ha una sensibilità diversa dalla mia. Ad esempio, su Trump; il suo discorso all'Onu è stato imbarazzante".

Poi la chiusura: "Ho creato i miei figli e nessun altro. Meloni è figlia di una storia politica e di nessun altro", la replica di Fini a gruber.

"Io sono fuori dalla politica - ha sottolineato ancora l'ex presidente della Camera - perché non mi piace il modo in cui viene concepita. Siamo al trionfo della propaganda e alla progressiva scomparsa della politica".

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