"Si stima che in Italia vi siano circa 100mila casi di cardiomiopatia ipertrofica, il 50% dei quali clinicamente rilevanti e sintomatologicamente impegnativi, solo una parte delle quali influenzabili con i trattamenti tradizionali disponibili. Le dimensioni sono quelle di una patologia non molto frequente, ma che incide per la diagnosi della quale il sospetto diagnostico è importante, e soprattutto coinvolge soggetti fra la seconda e la quarta decade di vita, che corrispondono alle fasi giovanili della vita, in cui è maggiore l'esigenza di essere performanti e produttivi". Sono le parole di Gianfranco Sinagra, professore di Cardiologia, direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare - Azienda sanitaria universitaria integrata, Trieste e presidente eletto della Società italiana di Cardiologia - Sic, in occasione dell'incontro con la stampa, realizzato con il supporto di Bristol Myers Squibb e svoltosi a Roma in cui è stata annunciata l'approvazione della rimborsabilità del nuovo farmaco orale mavacamten, da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco - Aifa, per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (Cmio) sintomatica (classe II-III secondo la classificazione Nyha) in pazienti adulti.