Deftones, in ‘Private Music’ l’equilibrio perfetto tra grazia e ferocia

Fuori il nuovo album della band di Sacramento, 11 tracce che guardano avanti senza dimenticare le stagioni più ispirate della loro storia

La copertina del nuovo disco dei Deftones ‘Private Music’ (Reprise/Warner Records)
La copertina del nuovo disco dei Deftones ‘Private Music’ (Reprise/Warner Records)
22 agosto 2025 | 10.30
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Con ‘Private Music’ i Deftones arrivano al decimo album trovando un equilibrio raro tra aggressività e sensibilità. Non perché la band di Sacramento abbia rivoluzionato il proprio suono, ma perché riesce ancora una volta a piegare le proprie regole, costruendo un disco che guarda avanti senza dimenticare le stagioni più ispirate della sua storia. A rendere possibile questo equilibrio contribuisce anche il ritorno in studio con Nick Raskulinecz, lo stesso produttore che aveva accompagnato Chino Moreno e soci nella fase di rinnovamento di ‘Diamond Eyes’ (2010) e ‘Koi No Yokan’ (2012). Insieme hanno ritrovato una chimica che, a distanza di anni, continua a dare risultati solidi.

Sicuramente quello dei Deftones è uno dei ritorni più attesi di questo 2025, a cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio, ‘Ohms’, più sperimentale e con l’ambizione di racchiudere tutte le epoche della formazione in un’unica opera. Presentato nella notte con un evento livestream, ‘Private Music’, uscito oggi per Reprise/Warner Records, appare un disco più compiuto. Non un semplice ritorno alle origini ma una rinascita a tutto tondo, che consacra i Deftones come maestri assoluti nel dosare bellezza e ferocia.

Dall’opener ‘My Mind Is A Mountain’, che parte con aggressività, è chiaro che i Deftones si sono rimessi in gioco, e appaiono al massimo della loro ispirazione da tanti anni. Se ‘Locked Club’ esplode con una carica potente, ‘Ecdysis’ intreccia le atmosfere new wave a synth più oscuri mentre le chitarre ipnotiche di ‘Infinite Source’, la batteria incalzante di ‘Souvenir’ e il caos di ‘cXz’ restituiscono il quadro di un album che non teme contrasti, capace di alternare impeto e introspezione, senza smarrire la propria identità.

Il cuore del disco sta anche nella vena malinconica che in passato ha reso celebri brani come ‘Change (In The House Of Flies)’ e ‘Sextape’. In ‘Private Music’ è racchiusa in ‘I Think About You All The Time’, forse il brano più sensuale dell’album. ‘Cut Hands’, con i suoi groove serrati, ricorda piacevolmente la ruvidità propria degli esordi mentre il ritmo di ‘Metal Dream’ riassume l’animo dell’intero disco che vive di contrasti: brutalità e bellezza, ferocia e poesia. Il lavoro di Raskulinecz esalta ogni dettaglio: dalle chitarre monolitiche alle melodie delicate e leggere, in equilibrio tra i sussurri e le urla di Chino, i riff di Stephen Carpenter, e la batteria incalzante di Abe Cunningham.

Il vertice emotivo arriva con ‘Milk of The Madonna’, brano scelto come secondo singolo, che incarna con naturalezza l’equilibrio tra intensità e raffinatezza melodica, portando impresso il sigillo inconfondibile dei Deftones. In definitiva, ‘Private Music’, già dal titolo, delinea un manifesto: una musica intima, da custodire e vivere in prima persona. Non a caso la band ha ideato una serie di listening session in varie città del mondo, rigorosamente al buio, invitando il pubblico a un ascolto totale e immersivo, ed è proprio così che consigliamo di approcciarsi all’album.

Nel suo insieme, il disco si rivela un lavoro di grande ampiezza e profondità: undici brani che spaziano in territori sonori complementari, sostenuti da una freschezza creativa sorprendente e da un’architettura musicale ricca. È un album che rimane fedele all’identità originaria della band pur mostrando una continua evoluzione. Negli ultimi anni i Deftones hanno conosciuto un vero revival generazionale: complice la viralità di brani come ‘Sextape’ su TikTok, la loro musica ha raggiunto un pubblico nuovo e trasversale, riportandoli al centro della conversazione culturale. Un’onda cavalcata anche nei live estivi, dove Chino Moreno si è presentato in forma smagliante, restituendo sul palco tutta l’intensità e la fisicità che hanno reso indimenticabili i loro concerti. Segno che ‘Private Music’ non è soltanto un ritorno in studio ispirato, ma l’ennesima conferma di una band che oggi suona più viva e rilevante che mai. (di Federica Mochi)

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