
Aveva 92 anni. Ha vinto l'Oscar anche per 'Le stagioni del cuore'
Robert Benton, regista e sceneggiatore tra i più influenti del cinema americano del secondo Novecento, vincitore di due premi Oscar per "Kramer contro Kramer" e "Le stagioni del cuore", è morto nella sua casa di Manhattan all'età di 92 anni. La notizia della scomparsa, avvenuta domenica, è stata confermata dalla sua storica assistente e manager Marisa Forzano al "New York Times".
Tra i grandi autori del cinema americano, fu capace di fondere la tradizione hollywoodiana con un gusto raffinato per l'introspezione psicologica e l'influenza del cinema europeo, da Fellini a Bergman, Benton è ricordato anche per aver co-sceneggiato uno dei film più rivoluzionari degli anni Sessanta, "Bonnie and Clyde", conosciuto in Italia con il titolo "Gangster Story" (1967), diretto da Arthur Penn. Ha sceneggiato anche "Uomini e cobra" (1970) di Joseph L. Mankiewicz, "Ma papà ti manda sola?" (1972) di Peter Bogdanovich, "Oh! Calcutta!" (1972) di Jacques Levy e "Superman" (1978) di Richard Donner.
Nato a Waxahachie, in Texas, il 29 sette 1932, dopo gli studi alla University of Texas e alla Columbia University, Benton lavorò come art director per la rivista "Esquire", dove nacque il sodalizio con David Newman. Insieme scrissero il trattamento di "Bonnie and Clyde", inizialmente proposto a Jean-Luc Godard e François Truffaut, e infine portato sul grande schermo da Penn. Il film, interpretato da Warren Beatty e Faye Dunaway, divenne simbolo della New Hollywood, mescolando l'estetica del gangster movie con l'irriverenza della Nouvelle Vague.
Negli anni successivi Benton si affermò anche come regista. Esordì dietro la macchina da presa con "Cattive compagnie" (1972), un western crepuscolare ambientato durante la Guerra di Secessione. Seguì "L'occhio privato" (1977), noir malinconico prodotto da Robert Altman e interpretato da Art Carney, considerato un omaggio ai polizieschi anni ’40. Il successo mondiale arrivò nel 1979 con "Kramer contro Kramer", intenso dramma familiare sull'affidamento di un figlio in seguito a un divorzio, interpretato da Dustin Hoffman e Meryl Streep. Il film valse a Benton due Oscar: miglior regia e miglior sceneggiatura non originale.
Cinque anni dopo, nel 1984, diresse "Le stagioni del cuore", struggente ritratto rurale ambientato nel Texas degli anni Trenta. L'opera gli valse l'Oscar per la miglior sceneggiatura originale e l'Orso d'argento al Festival di Berlino. In quel film, la memoria della Grande Depressione si intrecciava con suggestioni letterarie e un lirismo visivo debitore di Jean Renoir. Nel corso della sua carriera, Benton ha continuato a spaziare tra generi diversi: dal thriller psicologico, "Una lama nel buio" (1982) alla commedia, "Nadine, un amore a prova di proiettile" (1987), dal gangster movie, "Billy Bathgate - A scuola di gangster" (1991), al racconto intimista "La vita a modo mio" (1994), con Paul Newman), fino al noir crepuscolare di "Twilight" (1998). (di Paolo Martini)