
Il cantautore e conduttore tv, grande patito delle due ruote: "In sorpasso bisogna rispettare sempre la distanza del metro e mezzo e pensare che su quella bici può esserci tuo figlio o tua mamma"
"Basta ciclisti morti sulle strade italiane. Serve educazione, rispetto delle regole e buonsenso. A partire dal fatto che quando si supera un ciclista serve farlo a una distanza laterale di almeno un metro e mezzo, che ci sono strisce stradali che vanno rispettate e che, se non c'è la possibilità di superare, si deve fare ciò che si farebbe avendo un camion davanti ovvero aspettare fin quando c'è lo spazio giusto. E infine, pensare sempre che in bicicletta non ci sono solo esperti o appassionati, ma ci può essere tuo fratello, tua madre, tuo figlio". Così il cantautore e conduttore tv Paolo Belli, grandissimo appassionato delle due ruote, commenta con l'Adnkronos l'ultima tragedia della strada, accaduta a Terlizzi, nel Barese, dove una macchina di grossa cilindrata che viaggiava ad alta velocità ha travolto e ucciso tre ciclisti di 30, 50 e 70 anni.
Belli invoca, dunque, a gran voce "rispetto del codice della strada, educazione e buonsenso" che - sottolinea - "devono riguardare ovviamente anche gli stessi ciclisti. Però, andando in bicicletta, posso garantire - denuncia - che vedo una maleducazione, una strafottenza e una indisciplina incredibile" da parte di chi guida le quattro ruote: 'inanzitutto il 90% usa il cellulare. E quando superano tutti pensano 'tanto ci sto' con le distanze e invece no - osserva - perché già lo spostamento d'aria crea dei problemi, poi sul ciglio della strada possono esserci dei sassi, delle buche...e quindi servono distanze reali", insiste.
E ancora: "Basta parlare e disperarsi quando è troppo tardi. Agli utenti della strada dico: ricordati che se io vado in bicicletta e vado contro una macchina, al massimo l'auto si ammacca e l'aggiusti. Se invece la macchina, il camion o la moto mi vengono addosso, se tutto va bene cado e mi faccio male, se tutto va male, leggiamo le notizie in cronaca nera. Non bastava aspettare qualche secondo in più?". Tutto questo discorso - sintetizza - "in attesa che i politici ci diano la possibilità di avere delle strade adatte, delle ciclabili, ecc.". E infine, conclude Belli: "Le campagne sulla sicurezza sono importantissime, ma forse la campagna migliore è quella di pensare, ogni volta, che su quella bicicletta c'è tuo figlio, tuo nipote, tua mamma o tuo fratello".