
Il 10 giugno la Giornata di Studi che coinvolge i maggiori Istituti di ricerca italiani: focus sulla conservazione dei campioni prelevati da opere d’arte e del loro riutilizzo per ulteriori indagini
Martedì 10 giugno, presso l’Aula Magna del Politecnico di Milano si terrà una Giornata di Studi che coinvolge i maggiori istituti di ricerca italiani e internazionali, dedicata al tema della conservazione dei campioni prelevati da opere d’arte e del loro riutilizzo per ulteriori indagini diagnostiche non invasive.
La Giornata, intitolata “La scienza rilegge le opere d’arte. Gli archivi dei campioni e le nuove prospettive d’indagine per la conservazione e la conoscenza”, è organizzata dal Politecnico di Milano, in collaborazione con il Dipartimento per la Tutela e la Direzione Regionale Musei nazionali della Lombardia del Ministero della Cultura e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispc). Sarà l’occasione per presentare il lavoro di ricerca svolto sull’Ultima Cena di Leonardo da Vinci tra il 2019 e il 2024 e per una riflessione e un confronto tra i maggiori istituti di ricerca e diagnostica nel campo dei beni culturali a livello nazionale e internazionale, valutando lo stato dell’arte e la possibilità di utilizzare innovative strumentazioni per nuove indagini diagnostiche anche in base a esperienze e ricerche in atto presso altri istituti.
Gli oltre 450 campioni prelevati dall’Ultima Cena di Leonardo da Vinci sono nell’Archivio Gallone e sono risalenti alle indagini svolte durante il ventennale restauro realizzato da Pinin Brambilla Barcilon (1925-2020). Fanno parte dei materiali lasciati da Antonietta Gallone (1928-2015) presso il Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, dove aveva svolto per decenni la sua attività diagnostica.
«L’importanza del recupero dei campioni dell’Ultima Cena rappresenta una preziosa opportunità di sviluppo della ricerca sul capolavoro di Leonardo da Vinci: attraverso il riesame diagnostico mediante indagini non invasive più sofisticate, potremo ottenere nuove prospettive di conoscenza per il futuro», afferma Michela Palazzo, già direttrice del Museo del Cenacolo Vinciano, che ha promosso l’attività di ricerca sui campioni dell’Ultima Cena.
«L’archivio Gallone», aggiunge Ezio Puppin, Docente del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano e Referente dell’Archivio, «con i suoi oltre 10.000 campioni provenienti principalmente dal patrimonio storico-artistico italiano e le relazioni con i risultati delle oltre 600 indagini chimico-fisiche condotte dalla studiosa è frutto di circa 30 anni di operosità nel campo della ‘diagnostica’ sui beni culturali».
Su questi materiali di eccezionale importanza ha lavorato la storica dell’arte Serena Benelli, nell’ambito di un Dottorato di Ricerca in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, consistente in primis nella catalogazione e descrizione dei materiali prelevati dal capolavoro vinciano: «L’obiettivo finale era quello di localizzare i punti di prelievo dei campioni sulla superficie del dipinto murale, ottenendo, quindi la georeferenziazione dei dati. Abbiamo creato una sorta di “ripostiglio” digitale dei materiali diagnostici dell'Ultima Cena. Il Sistema Informativo, poi, è pensato per ospitare ulteriori dati sui campioni raccolti dal Cenacolo, ma conservati in altri istituti».
Il materiale è consultabile su una innovativa piattaforma digitale open access (https://www.archiviogallone.fisi.polimi.it/) progettata in collaborazione con il 3DSurvey Lab del Politecnico di Milano ed in grado di localizzare la posizione dei punti di campionamento sulla superficie del dipinto per consentirne la consultazione. Si potranno trovare informazioni sui campioni e sulla documentazione prodotta dalle analisi, integrando dati del passato, del presente e del futuro.
«Uno degli aspetti innovativi della piattaforma è quello di utilizzare uno strumento impiegato in ambito geografico (GIS) per referenziare dati sulla superficie di un’opera d’arte», aggiunge Stefano Della Torre Docente di Restauro del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano.
«Questi archivi rappresentano una risorsa insostituibile per le informazioni racchiuse nelle stratigrafie dei campioni, acquisendo oggi un nuovo potenziale: possono essere riesaminate mediante indagini non-invasive, aprendo nuove prospettive di ricerca per il futuro», conclude Antonio Sansonetti, Primo Ricercatore presso la sede di Milano dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr.
Nella giornata di studi, saranno messe a confronto esperienze relative alla realizzazione degli archivi dei campioni in importanti istituti di ricerca, verranno quindi presentati alcuni casi studio legati al riuso dei campioni e all’impiego delle nuove indagini scientifiche attualmente disponibili, nell’ottica di uno sviluppo futuro di strumenti e metodologie alla base della conservazione programmata.
Negli ultimi anni, infatti, il tema legato alla conservazione e archiviazione dei campioni di materiale prelevati dalle opere d’arte per lo svolgimento dell’attività diagnostica sta diventando di grande attualità. Questo sia per la grande diffusione delle indagini chimiche e fisiche sulle opere arte a partire dagli anni Trenta del Novecento, sia per il moltiplicarsi di archivi e banche dati di campioni in diversi ambiti. Il riuso del materiale prelevato in precedenti campagne diagnostiche rappresenta oggi una importante opportunità per approfondire le informazioni sulle opere d’arte senza compiere ulteriori indagini diagnostiche, rendendo quindi sostenibili le azioni conoscitive.