
A seguito dell’interrogazione a firma del Sen. Musolino (IV) del 23 luglio 2024 con riferimento alle procedure per l’istituzione di una zona economica esclusiva (ZEE) italiana nel Mediterraneo, è giunta la risposta scritta del Sottosegretario per gli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giorgio Silli. Il rappresentante del Governo ha, tra l’altro, sottolineato l’importanza di istituire la ZEE in ottica di proiezione marittima dell’Italia nei mari adiacenti le coste nazionali e per la definizione delle aree marittime soggette o assoggettabili alla giurisdizione italiana, specie alla luce del mutato scenario geopolitico internazionale. Per tale motivo, l’Italia ha sancito accordi di delimitazione della ZEE con Grecia e Croazia. Per quanto attiene agli altri Stati affacciati sul Mediterraneo, il Sottosegretario evidenzia l’attuale stato di avanzamento delle relazioni: con Malta vi è stata un’accelerazione nel negoziato per raggiungere un accordo nella delimitazione degli spazi marittimi (ZEE e piattaforma continentale); con la Francia è in discussione la ripresa del negoziato bilaterale in quanto l’Italia non ha ancora ratificato il trattato di Caen; con la Spagna esiste un accordo per la delimitazione della piattaforma continentale risalente al 1974 che potrebbe fungere da base di partenza per la definizione della Zee; Montenegro e Albania non hanno al momento dichiarato di voler proclamare la ZEE, eventuali trattative potrebbero essere messe in campo solo nella fase finale di adesione all’UE dei due Paesi; con l’Algeria, l’Italia ha contestato la decisione unilaterale di istituire la ZEE nel marzo 2018, proponendo l’avvio di negoziati per un accordo congiunto; anche la Tunisia ha autoproclamato la propria ZEE nel Mediterraneo, una decisione mai contestata formalmente dal Governo italiano che però ha più volte ricordato al Paese nordafricano che la delimitazione debba avvenire a seguito di accordo con gli altri Stati interessati. Infine, la situazione più delicata è con la Libia, da una parte per il perdurare della frammentazione istituzionale del Paese, dall’altra per gli effetti del memorandum libico-turco del novembre 2019, considerato contrari al rispetto del diritto internazionale del mare.
Per approfondire: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/439873.pdf