Interpellato dall'Adnkronos Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, commenta: "Sono le singole aziende a decidere come tutelare le proprie istanze"
Unicredit ha depositato il ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar avente ad oggetto il Golden Power esercitato dall'esecutivo su Banco Bpm. Lo si apprende da fonti a conoscenza del dossier. I termini per l'impugnazione scadevano proprio in questi giorni. Secondo quanto appreso da Adnkronos da fonti a conoscenza del dossier sono fondamentalmente due le macro-ragioni alla base della decisione.
La prima è la necessità di "avere piena chiarezza sull'intero spettro delle prescrizioni". La sentenza di primo grado aveva sostanzialmente smontato due di esse, ma lasciato sostanzialmente intatte le altre due: soprattutto riguardo la Russia. Il ricorso di Unicredit al Consiglio di Stato - questo il ragionamento che rivelano le fonti - non è "contro l'esecutivo" ma proprio per sottolineare come Unicredit non possa "costituire un pericolo alla sicurezza nazionale". La seconda macro-ragione riguarda invece l'esigenza di garantire trasparenza e certezza nei confronti di tutti gli stakeholder.
Le società - questo il ragionamento - scelgono di portare avanti il processo fino alla fine, proprio per assicurare a tutte le parti interessate di aver compiuto ogni passo utile alla tutela della società. Interpellato dall'Adnkronos Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, commenta: "Sono le singole aziende a decidere come tutelare le proprie istanze". Dello stesso parere il sottosegretario al Mef Federico Freni: ''Sono dinamiche dei singoli istituti su cui credo sia meglio lasciare a ciascuno la propria decisione''. (di Andrea Persili)