Caso Grillo jr, Procura chiede 9 anni di carcere per i quattro imputati accusati di stupro

Il procuratore ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche. Oggi nessuno dei quattro è presente in aula

Il Tribunale di Tempio Pausania
Il Tribunale di Tempio Pausania
01 luglio 2025 | 08.27
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Nove anni di carcere sono stati chiesti, alla fine della requisitoria, dal procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, per Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Il presunto stupro sarebbe avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Porto Cervo, nel residence di proprietà di Ciro Grillo. Il procuratore ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche per i quattro imputati. Oggi nessuno dei quattro è presente in aula.

"Parliamo di sei ragazzi che allora avevano 19 anni. Due ragazze che hanno subito quel che hanno subito, quattro ragazzi che vivono comunque una situazione drammatica". Ecco perché Ciro Grillo e i suoi tre amici meritano la concessione delle "attenuanti generiche", ha detto il procuratore Capasso, al termine della requisitoria, durata in tutto nove ore.

"Non è stato un processo facile, ci siamo impegnati senza farci travolgere dalle emozioni - le parole del procuratore - Tutti questi ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo".

Ciro Grillo: "Io innocente, a dicembre diventerò papà"

Ieri il procuratore Capasso, a inizio requisitoria, ha spiegato che la versione fornita dai quattro imputati “è incompatibile con la logica, le testimonianze raccolte e il materiale acquisito durante le indagini”. Sempre ieri Ciro Grillo ha reso dichiarazioni spontanee in aula affermando la sua "innocenza". Ed ha annunciato che a dicembre diventerà papà.

Bongiorno: "Atti fanno venire i brividi, per la ragazza 1.675 domande"

L'avvocata Giulia Bongiorno, legale della ragazza, nel corso del suo intervento ha sottolineato: "E' mio dovere richiamare puntualmente alcuni atti. Inizio dicendo che quel 'troi…' della mia assistita prima non lo era, ma dopo la vodka lo è diventata”. "Secondo me giuridicamente basterebbero queste parole per definire tutto. Viene ripetutamente definita troi… non perché lo era all’inizio, ma perché lo diventa dopo tanto così di vodka. Atti che fanno venire i brividi".

"La mia assistita è stata sentita in quest’aula con un esame che è durato 35 ore. Le sono state poste 1.675 domande, la commozione l’ha travolta per 18 volte, al punto che è stato necessario interrompere l’udienza - prosegue Giulia Bongiorno - Non so se nella storia giudiziaria esiste un’altra teste alla quale sono state rivolte 1.675 domande. Resterà credo cristallizzato in questo processo il fatto che il contraddittorio non è stato limitato".

"Attenzione però: esistono anche diritti della vittima - dice la legale - Io non so come si possono sopportare tutte quelle domande. Ma lei ha retto. Ha retto 1.675 domande rispondendo sempre in modo coerente. Quando non la ricorda dice non lo so, non inventa mai".

"Questa ragazza fino a oggi non è mai stata denunciata. Come mai nessuno ha denunciato per calunnia se mentiva. Perché? Tutti ieri erano concentrati a vedere Ciro in lacrime, anche la mia assistita, anche lei era in lacrime, ricordate?", dice ancora Bongiorno. "La violenza nei confronti delle donne nasce da una discriminazione dell’uomo nei confronti delle donne. Attenti: qui il problema è che tuttora, nel 2025, ci sono uomini che ritengono la donna essere inferiore e irrilevante la sua libertà e la volontà di autodeterminarsi. In questo processo emerge questa visione della donna, donna il cui consenso vale zero”.

Legale parte civile: "Lividi sulla ragazza ulteriore prova violenze subite"

"I lividi, riscontrati sul corpo della ragazza, costituiscono una ulteriore prova delle violenze subite" dice l'avvocato Dario Romano, che con l'avvocata Giulia Bongiorno, rappresenta la parte civile nel processo per lo stupro di gruppo. Il legale di parte civile spiega anche nel suo intervento che "ben cinque medici specialisti hanno diagnosticato un PTSD, disturbo da stress post-traumatico, in seguito ai fatti del 17 luglio 2019". Alla fine della discussione del processo è stato chiesto un risarcimento danno per un totale di oltre 150mila euro. I legali della giovane, Giulia Bongiorno e Dario Romano, hanno chiesto una provvisionale da 100mila euro. Mentre l'avvocato Vinicio Nardo con Fiammetta Di Stefano, che rappresentano l'altra ragazza, amica della studentessa, hanno chiesto un risarcimento da 50mila euro.

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