
La conversazione ambientale catturata dai carabinieri il 12 febbraio 2017 e agli atti della prima inchiesta della Procura di Pavia su Sempio
"C'è in ballo trent'anni di galera". Andrea Sempio parla in auto. E' l'11 febbraio 2017 e il suo cellulare, l'auto e il telefono di casa sono intercettati. E' lui il nuovo indagato dell'inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Le indagini difensive degli avvocati di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata, puntano su di lui e dopo l'esposto della madre di Stasi, depositato nel dicembre 2016, nel febbraio del 2017 vengono attivate le intercettazioni. Quindici giorni, a partire da inizio febbraio. E' la prima indagine che lo coinvolge, dallo scorso gennaio è nuovamente indagato per l'omicidio e quelle intercettazioni, che hanno contribuito alla sua prima archiviazione, tornano d'attualità.
L'intercettazione è di due giorni dopo l'interrogatorio e sembra che nell'abitacolo l'indagato ripercorra la serie di domande a cui ha dovuto rispondere. "Fatto a me domanda di genetica su come funziona Dna...non sono un genetista e non sono un avvocato, non ho accesso ai dati...io aspetto...direi e poi...che cosa è successo e capisci che era in realtà...benissimo". Frasi interrotte da parole incomprensibili e musica sempre in sottofondo.
Le conversazioni in auto sono quelle più rilevanti ai fini dell'indagine. Come quella del 10 febbraio 2017 quando l'intera famiglia è sulla Sukuzi e parlano delle domande dei pm. Andrea Sempio ribadisce sullo scontrino - l'alibi della mattina del 13 agosto 2007 - che nel primo interrogatorio non ha detto nulla perché non gli era stato chiesto niente.
E' in queste conversazioni relative all'interrogatorio che si inserisce la frase già nota "ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che lo abbiamo trovato prima" dice rivolto al padre. "Mi hanno fatto alcune domande, che non pensavo che mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta. Mi hanno chiesto se io ero andato a Vigevano, siccome ero andato a Vigevano per comprare il cellulare... loro hanno rilevato il mio cellulare a Vigevano, se io ti dico mi ricordo perfettamente che avevo il cellulare e logico che ti do una risposta... allora ho detto non mi ricordo". E sulla difficoltà di ricordare fatti e orari ad anni di distanza concorda il padre che afferma "poi gli orari li ho buttati li...".
"So che sbaglio, perché so che è molto, molto importante.... in realtà è molto importante questa cosa però non me ne frega più niente guarda....continuino pure a pensare che io un giorno mi sono svegliato perché ho portato lo scontrino alla cavolo.... continuino a pensare", dice Sempio in una conversazione ambientale catturata dai carabinieri il 12 febbraio 2017 e agli atti della prima inchiesta della Procura di Pavia su Sempio. L'intercettazione ambientale numero 132 - i brogliacci sono stati visionati interamente dall'Adnkronos - restituisce quanto dice in auto Sempio, forse al telefono.
Il nome di Sempio è su tutta la stampa, l'inchiesta è nota e i giornalisti gli danno la caccia. Contro di lui l'alibi dello scontrino e il Dna. Parlando probabilmente del rapporto con la vittima e dell'ipotesi che possa essersi invaghito, l'indagato aggiunge: "era quasi mai a casa....e allora non la incontravo e loro questa cosa non la sanno e te la continuano a menare con ......non è possibile". Il tono sempre salire. "Non me ne frega niente...già sono uno che a cui le opinioni degli altri frega poco, cioè mi interessa l'opinione di poche persone. In questa vicenda mi interessano le opinioni di quelle persone e dell'autorità che deve valutare, fare delle indagini". E continua: "Del popolo bue non me ne frega più niente. Di andare a impressionare la casalinga fargli credere...no casalinga pensa quello che vuoi, odiami...continua a pensare che in mano a lei c'era una ciocca dei miei capelli che però nessuno per dieci anni ha mai...però...nessuna delle squadre degli investigatori si è mai accorta che c'era un'intera ciocca di capelli...continua a pensare, sì pensa che mi sono tagliato i capelli per non nascondere il fatto che ...se poi tagli i capelli, ma il capello è uguale lo stesso...vogliamo analizzare il capello...non è che superata una certa lunghezza la struttura del capello cambia".
Il giorno prima, sempre intercettato in auto, l'indagato prova a 'smontare' la traccia genetica trovata sulle unghie della vittima. "Questa merda di Dna, ma cosa state dicendo....ma il fatto e che ormai alla gente piace discutere su quello perché se tu parti dal presupposto che c'è il mio Dna allora puoi discutere su tante cose...come c'è rimasto se non c'è rimasto, come ha fatto a trasmettersi se e vero che può essere rimasto... incomprensibile... se era un'aggressione se era sopra se era sotto... quelle minchiate lì". Parole che si confondono coperte dalla musica dell'auto.
"Te pensa che con quello che c'è nelle carte di Giarda (ex difensore di Alberto Stasi, ndr) direttamente il pm ha detto che è una cosa...ce l'ha già detto che è una mezza minchiata e ce l'ha detto in faccia a me ... e agli due avvocati..... quindi ce l'ha detto... ce l'ha detto lui...... loro", dice Sempio in un'intercettazione del 21 febbraio 2017.
Per il delitto è stato condannato in via definitiva Stasi e proprio l'input della difesa porta all'iscrizione di Sempio. Due giorni dopo essere stato sentito dai titolari dell'indagine, il procuratore aggiunto Mario Venditti e la pm Giulia Pezzino, Sempio si lascia andare - intercettato nella sua auto - a questo commento con il padre. Che la procura appaia intenzionata ad archiviare lo si intuisce da un'altra conversazione dell'11 febbraio 2017. Non si sa con chi parla Sempio ma dice: "adesso aspettiamo, che da quanto ho capito sei mesi per archiviare, possiamo attendere". Diverse volte viene tirato in ballo il nome dell'avvocato Gian Luigi Tizzoni - sarebbe a conoscenza di voci su una imminente archiviazione -, legale della famiglia della vittima, il motivo è tecnico: "il discorso è che Tizzoni è l'unico che può essere informato" ammette lo stesso Sempio. L'unica parte offesa nella vicenda è infatti Chiara Poggi e quindi nel procedimento sono gli unici a poter sapere in via ufficiale la decisione della Procura.
L'archiviazione del giudice per le indagini preliminari di Pavia Fabio Lambertucci è datata 28 marzo 2017. La conversazione ambientale numero 99 intercettata dai carabinieri della polizia giudiziaria l'11 febbraio 2017 restituisce l'urgenza di una famiglia di tornare alla normalità. Giuseppe Sempio dice rivolto alla moglie: "Vedrai che finirà presto...vedrai che finirà a marzo", ma la moglie taglia corto: "qualsiasi momento finisce è sempre troppo tardi".
Le intercettazioni ambientali restituiscono anche la paura di un ragazzo che si trova a fare i conti con un caso giudiziario che attira fortemente l'attenzione mediatica. Intercettato in auto, il 9 febbraio 2017, Andrea si lamenta dei programmi televisivi e si rivolge al padre e dice "che non c'è da fare un caz.., l'unica cosa che fai e che mi aiuti". Il padre risponde "come al solito, come abbiamo fatto finora solo così e basta...come abbiamo sempre fatto".
In auto la famiglia, pochi giorni prima dell'interrogatorio, parla. L'indagato dice che "gli ha fatto vedere dei tabulati erano delle cagate che non c'entrano niente...", il padre interviene sottolineando che "sono riusciti a recuperare i tabulati delle telefonate che ha fatto lui, tutto quello che è stato detto è stato riscontrato lui non si è inventato niente" si legge nei brogliacci. Si tratta di informazioni agli atti dell'inchiesta, ma anche in parte della stampa. Le telefonate a casa Poggi vengono giustificate anche con Andrea Sempio che avrebbe talvolta prestato il telefono all'amico Marco per avvertire casa del suo rientro. Un'abitudine confermata dai genitori della vittima.
A due giorni dall'interrogatorio Andrea Sempio si dice "preoccupato no, di sicuro non sono tranquillissimo". Anche sul capitolo bici la famiglia Sempio non sembra temere nulla: "Abbiamo parlato anche delle biciclette che nere non ce n'erano e neanche adesso, tutto lì -dice il padre -. Tutto quello che è stato scritto nella sua deposizione e stato riscontrato non è una cosa che l'ha inventata".
"Dall'analisi delle comunicazioni intercettate non emergono indicazioni o commenti relativi al contenuto della informazioni da fornire in sede di escussione, tenuto conto soprattutto della gravità e della complessità della vicenda per la quale Andrea Sempio era chiamato a rispondere. Ciò posto ed a compendio delle attività delegate, quest'ufficio ritiene di poter evidenziare una completa assenza di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio, cosi come rilevato dall'analisi del contenuto delle comunicazioni intercettate". Questo tuttavia l'esito delle indagini di polizia giudiziaria svolte dall'aliquota carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia nel febbraio 2017. Atti - in possesso dell'Adnkronos - che ora, alla luce della nuova inchiesta, la stampa fa riemergere.
Le conclusioni sono datate 7 marzo 2017 e il documento è firmato dal luogotenente Silvio Sapone. I brogliacci e le trascrizioni erano state chieste dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e dalla pm Giulia Pezzino. A finire nel mirino nel 2017 è l'utenza fissa di casa Sempio (dal 6 al 21 febbraio) dove "non sono state rilevate conversazioni di interesse investigativo. La linea è stata utilizzata in rarissime occasioni".
Pochi spunti anche sul fronte del cellulare (intercettato dal 4 al 19 febbraio) che usa il giovane, amico del fratello della vittima. "Sempio fa un uso sporadico del telefono cellulare. Tale evidenza fa presumere un utilizzo del telefono per lo più mediante applicazioni come Whatsapp o Telegram, non rilevabili, allo stato, dai normali sistemi di captazione utilizzati". In una telefonata parla con un'amica di quando è stato ospite in una trasmissione televisiva, in un'altra riceve rassicurazioni da una persona (forse un collega) che non ci sono giornalisti sul posto di lavoro.
Il dato "più rilevante" emerge dalle ambientali dell'auto (iniziati l'8 febbraio e durati 15 giorni) che usa per andare a lavoro. Il 9 febbraio 2017 si lamenta della pressione mediatica e si dice un po' preoccupato per l'interrogatorio in procura. Tra il 10 e il 12 febbraio le conversazioni riguardano i temi dell'indagine: lo scontrino, quali bici possiede la famiglia, la questione del Dna. Sono conversazioni di pochi minuti spesso sovrastate dalla musica della radio o intervallate da discussioni di altro tipo. Sempio talvolta sembra parlare da solo mentre ascolta canali di meditazione o ricorda un amico morto suicida. Una delle ultime intercettazioni ambientali è del 21 febbraio e Andrea Sempio commenta con i genitori la possibilità dell'archiviazione del procedimento e l'eventualità di una denuncia con risarcimento verso chi ha puntato il dito contro di lui. La prima indagine su Sempio nasce da un esposto della madre di Alberto Stasi.