
"Negli ultimi mesi si sta riaffacciando un negazionismo spudorato, si evita la parola tumore e si parla solo di patologie respiratorie"
La Terra dei fuochi "non è un marchio e non è un capitolo di bilancio. E' una ferita aperta. E' un luogo dove si vive, si muore, si resiste. Ha bisogno di verità scientifica, giustizia ambientale, trasparenza istituzionale, partecipazione civica reale. Chi governa, chi comunica, chi ha responsabilità pubblica lo ricordi ogni mattina, prima dell'ennesima passerella. E' finito il tempo delle analisi. E' cominciato il tempo delle scelte". Così all'Adnkronos Salute l'oncologo Antonio Giordano, direttore Sbarro Health Research Organization (Shro) e da sempre in prima linea nell'indagine epidemiologica e scientifica sulla Terra dei fuochi. Con i suoi studi ha dimostrato il link fra l'interramento illecito dei rifiuti controllato dalla camorra e i tumori in Campania. Dieci anni fa il libro 'Monnezza di Stato', scritto da Giordano insieme al giornalista Paolo Chiariello, raccontava i disastri ambientali commessi in Campania e le ricadute sulla salute dei residenti. Oggi pomeriggio a Caserta il vertice con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Salute Orazio Schillaci e la viceministra dell'Ambiente Vannia Gava.
"Non si tratta solo di una posizione personale, ma di una presa di parola necessaria, alla luce del clima sempre più opaco che circonda il dibattito su ambiente e salute in Campania - avverte l'oncologo - Negli ultimi mesi, infatti, si sta riaffacciando un negazionismo spudorato: si evita la parola tumore, si parla solo di 'patologie respiratorie', si insinua che servano ancora prove per parlare di correlazione tra inquinamento e malattie. Tutto questo è pericoloso, fuorviante, e rischia di trasformarsi in un massacro sanitario silenzioso per intere comunità".
"La Sbarro Health Research Organization, che ora ha una sede anche in Italia, lavora da anni sul fronte dello studio del rapporto tra ambiente e salute nei territori contaminati. I risultati - rimarca l'oncologo - non lasciano spazio a dubbi: bioaccumulo di sostanze tossiche nel sangue e nei tessuti umani; diossine nel latte materno (studio Rivezzi); effetti sugli organi riproduttivi (studio Montano); sostanze tossiche nel sangue anche di operatori sanitari (Marfella). Serve ancora negare? Serve ancora rinviare? No. Serve agire. Con strumenti chiari, dati aggiornati, azioni concrete".
La Corte Ue per i diritti dell'uomo (Cedu) ha condannato l'Italia a rispondere alla perdurante situazione di inquinamento derivante dalla gestione illegale dei rifiuti in Campania e il Governo è intervenuto, il decreto legge 14 marzo 2025 ha esteso i poteri del commissario unico per la messa a norma delle discariche abusive. A fine luglio il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge 'Terra dei fuochi' che introduce misure straordinarie per contrastare i reati ambientali e restituire legalità ai territori colpiti da roghi e traffici illeciti di rifiuti, tutelando la salute pubblica e l'ambiente.
"La sentenza della Cedu - sottolinea Giordano - ha parlato chiaro: i cittadini devono essere coinvolti, non esclusi. Eppure, anche oggi, la partecipazione è fittizia: si convocano sempre gli stessi, si evitano i comitati realmente attivi, si alimentano narrazioni rassicuranti. La Regione Campania continua a procedere senza una regia scientifica unitaria e verificabile. Mentre la popolazione è ancora esposta, si parla di bonifiche senza monitoraggio, di salute senza dati, di emergenza senza medicina del territorio", inalza l'esperto.
Secondo l'oncologo, il Registro tumori Campania "pubblica dati fermi al 2021, con proiezioni fino al 2025. Ma come si può fare prevenzione oncologica con dati di 4 anni fa? Come si pianificano screening, posti letto e risorse se le informazioni non sono attuali né geolocalizzate? Le medie per Asl non fotografano la realtà. Ischia e Caivano, ad esempio, sono nel medesimo calderone statistico. Un approccio inadeguato e disonesto", conclude Giordano.