James Bond, l'eroe che non invecchia

Un viaggio nell'identità segreta di 007, firmato da Carlo Baroni

James Bond, l'eroe che non invecchia
11 dicembre 2025 | 10.41
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Da più di settant'anni James Bond attraversa epoche, mode e rivoluzioni culturali senza perdere un grammo del suo fascino. Lo 007 nato nel 1953 dalla penna dello scrittore britannico Ian Fleming e approdato al cinema nel 1962 con il volto dell'attore Sean Connery rimane un mito che muta pelle ma non sostanza. Un enigma scintillante, letale e irresistibile.

È a questo mistero che il giornalista Carlo Baroni dedica "Essere James Bond. Identikit di un agente segreto" (Edizioni Ares, 192 pagine, 16 euro), un ritratto "tridimensionale" dell'agente segreto più famoso del mondo. Il libro procede per incursioni colte, aneddoti, citazioni e digressioni letterarie, da Umberto Eco ai dettagli più minuti dell'universo bondiano: la Walther, la Aston Martin, il Vodka Martini "shaken, not stirred". Ma soprattutto tenta di rispondere a una domanda che, nonostante film e romanzi, resta sempre aperta: chi è davvero James Bond?

Baroni rovescia i luoghi comuni: dietro la maschera del cinico, del violento, dello spietato professionista, si intravede un uomo attraversato da tormenti interiori e da scelte senza ritorno. Bond muove i suoi passi sul confine sottile che separa la vita dalla morte, il Bene dal Male, il Sublime dall'Orrendo.

Le sue auto, i suoi abiti, i suoi vini non sono solo vezzi estetici: sono un modo per riaffermare un'idea di bellezza che resiste all'oscurità. E la missione non è soltanto difendere la Corona inglese: è rimettere il mondo in equilibrio, sacrificando se stesso quando necessario, che si tratti della Regina d'Inghilterra o di una bambina smarrita sotto la pioggia.

Come molti eroi letterari, anche Bond porta sulle spalle un'infanzia ferita, un'adolescenza tormentata, tradimenti, assenze, solitudini. "È davvero necessario passare dal dolore per diventare qualcuno?", si chiede Baroni. La risposta, nel mondo di 007, sembra sempre complicarsi.

Tra le pagine più vivide del libro, Baroni rilegge il celebre duello verbale tra Bond e Vesper Lynd in "Casino Royale" (2006), scritto da Neal Purvis, Robert Wade e Paul Haggis. Una manciata di battute che rivelano l'uomo dietro la spia: l'orfano, lo studente arrivato grazie alla benevolenza altrui, il professionista dal cuore non così gelido come pretende. Non è un caso che il primo dettaglio che Vesper noti sia il taglio dell'abito. Perché per Bond l'eleganza è disciplina, identità, persino arma. Mai trasandato, mai modaiolo: impeccabile senza ostentazione. "L'abito fa il monaco", ricorda Baroni citando un altro agente cinematografico, Colin Firth nei panni del raffinato protagonista di Kingsman: educazione, compostezza, gesti misurati valgono quanto la padronanza delle arti marziali.

Sotto la superficie scintillante, Baroni recupera un Bond sorprendentemente colto. Non un semplice poliglotta da guerra fredda, ma un lettore attento di Dostoevskij e Tolstoj, un osservatore delle contraddizioni storiche e politiche dei Paesi che attraversa. Un curioso del pensiero, formato nelle migliori scuole, non necessariamente accademiche.

Il libro affronta anche il rapporto tra 007 e il mondo, spesso ambiguo, delle spie reali. In molti Paesi gli agenti segreti sono considerati figure oscure, manipolatori, registi di intrighi e dossier. In Inghilterra, invece, l'intelligence è percepita come un baluardo nazionale, un'estensione dell'"isola fortezza" che non subisce invasioni dal 1066. È in questa tradizione che nasce l'immaginario di Bond: la spia che non tradisce, che non si lascia deviare, che difende la patria come un cavaliere contemporaneo.

"Essere James Bond" di Carlo Baroni è una lettura brillante, vivace, divertente. Non un semplice saggio, ma un viaggio nell'anatomia morale ed estetica di un personaggio che è insieme leggenda pop e specchio delle nostre inquietudini. Perfetto per chi vuole scoprire - o riscoprire - l'uomo dietro il mito. Perché James Bond cambia volto, tempo, stile. Ma resta sempre, irriducibilmente, James Bond. (di Paolo Martini)

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