
Anche un testo inedito in italiano di Guillame Faye nel settimo volume della rivista sulla rassegna di studi sul sovrumanismo, la tecnica e l'identità europea
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la cultura europea ha vissuto una fase di intensa accelerazione spirituale, artistica, scientifica e politica. È in quel passaggio storico che sono stati gettati i semi di molte delle acquisizioni teoriche e pratiche dei decenni successivi. Dal punto di vista scientifico, uno dei frutti di quella stagione è sicuramente la fisica quantistica, con tutti i suoi paradossi, le sue potenzialità e la sua portata metafisicamente dirompente. Negli stessi anni, Ernst Jünger, un giovane tedesco dal cuore avventuroso iniziava il suo cammino nelle tempeste d’acciaio della modernità. Proprio alle porte di questo singolare viatico inserisce la sua parabola il settimo volume di Prometheica - la rivista sulla rassegna di studi sul sovrumanismo, la tecnica e l'identità europea - dal titolo "Nelle tempeste dei quanti. Jünger artefice del prometeismo" (130 pp.; 12,00€), che raccoglie i contributi di Carlomanno Adinolfi, Andrea Anselmo, Francesco Boco, Alberto Brandi, Andrea Grieco, Michele Iozzino e un testo inedito in italiano di Guillame Faye. Mentre la copertina è un progetto grafico realizzato da Noctua Artegrafica.
"Questa edizione bicefala - si legge in una nota - raduna da una parte il pensiero di Jünger, con le sue linee di attraversamento e le sue spinte in avanti, mentre dall'altra viene presentata la posta in gioco filosofica e politica insita nella fisica quantistica, in opposizione al determinismo della Teorica della relatività, una vera e propria visione dell'universo fatta di forze vitali imprevedibili e incontenibili. Viaggio che ripone l'uomo come attore al centro della storia e non come oggetto agito dagli eventi. Ritorno al mito, quindi, fuori dai canoni del materialismo, del razionalismo tipico del XIX secolo e del nostalgismo a tutti i costi. Perché, come scrive Jünger, 'la realtà è non meno magica di quanto il magico sia reale' e 'il tempo ci ha riavvicinato alle antiche formule magiche'. Una magia che è volontà di potenza, accelerazione, conquista".